Botta e risposta tra l'assessore regionale Paolo Gatti e il capogruppo del Partito Democratico, Camillo D'Alessandro. Gatti ha ribadito il "Massimo impegno per salvaguardare il futuro dei 40 lavoratori, rispetto delle leggi, anche quelle sopravvenute; stop all'indebitamento per un ente strumentale. Su questi punti ci stiamo muovendo per la vicenda Ciapi. Per entrare poi nel merito delle affermazioni, per quanto riguarda l'ingente mole di debiti accumulati dal Ciapi, il consigliere D'Alessandro - osserva Gatti - farebbe bene a chiedere a coloro che hanno governato la Regione Abruzzo prima del gennaio 2009. In secondo luogo, quanto ipotizzato nel 2010 insieme ai sindacati purtroppo si e' scontrato con gli avvenimenti e le normative successive, certamente ben note a D'Alessandro, non ultima quella della spending review. Su una cosa sola D'Alessandro puo' stare tranquillo: ci occuperemmo, come sempre ci siamo occupati e preoccupati, dei lavoratori, che in questa vicenda sono la nostra unica stella polare. E lo faremo rispettando le leggi, come da nostro costume e senza consentire che il Ciapi torni a produrre montagne di debiti come successo in passato a carico degli abruzzesi".
Gatti rivolge anche un invito all'esponente del Pd. "Ritengo costruttivo proporre al Consigliere D'Alessandro di ragionare sulla reale necessita' che la Regione necessiti di un ente di formazione pubblico quando, invece, ce ne sono una novantina privati accreditati (tre volte di meno rispetto ai tempi in cui al Governo regionale c'era il centro-sinistra). Informo, in conclusione, che ci sono stati, nelle scorse settimane, incontri formali ed informali con le parti sociali, e sulla base del confronto svolto continueremo a lavorare per produrre le soluzioni migliori possibili per i lavoratori del Ciapi e per tutta la comunita' abruzzese".
In mattinata Camillo D'Alessandro, con una nota dai toni forti aveva annunciato che"Un altro sfregio si sta consumando senza colpo ferire, la chiusura del Ciapi e' alle porte".
"Stamane - aggiunge D'Alessandro - ho incontrato i lavoratori e le rappresentanze sindacali del Ciapi e mi pare che non esista alcun progetto da parte della Regione, ancora una volta si paventa un atteggiamento 'pilatesco' dove si evita di entrare nel merito".
"Non si tratta di difendere - spiega il Capogruppo del PD - l'esistente a tutti i costi, bensi' di capire perche' si e' arrivati ad una Fondazione Ciapi indebitata e l'associazione Ciapi il cui debito sfiora i 3 milioni di euro. Non io - spiega l'esponente del PD - ma l'Assessore Gatti il 9 luglio del 2010 sottoscrisse un verbale con le rappresentanze sindacali nel quale annuncio' l'impegno di estinguere la Fondazione facendo transitare tutti i lavoratori nell'associazione, porre in liquidazione l'Associazione Ciapi, istituire un nuovo soggetto che abbia il compito di assorbire tutti i lavoratori dell'Associazione Ciapi."
"Dal 2010 - prosegue D'Alessandro - il nulla, anzi si e' arrivati all'orlo del precipizio, forse perche il Ciapi non ha sede nella provincia dell'Assessore Gatti, ma solo in quella di Febbo. Infine - conclude D'Alessandro -la Regione e' totalmente inadempiente rispetto ai suoi precisi obblighi : inadempiente nel versamento delle proprie quote associative, inadempiente nel trasferimento dei beni immobili, inadempiente nel pagamento di quanto dovuto per il personale Ciapi trasferito alla Regione"
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