Politica e società civile troppo distratte sui grandi temi della difesa del territorio. Ad affermarlo è il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, a margine di un convegno al quale ha preso parte a Chieti. "Se la politica e' distratta da questi temi e' perche' prima ancora e' la societa' civile ad essere profondamente distratta, non sensibilizzata su questioni come terremoti, dissesti, rifiuti", ha detto Franco Gabrielli, a Chieti per partecipare ai lavori del convegno "Fenomeni naturali e catastrofi attese: il difficile ruolo della prevenzione in Italia", organizzato dal Consiglio nazionale dei Geologi nell'auditorium dell'Universita' G. D'Annunzio. "La prevenzione e' un problema culturale della societa' civile. I politici non sono persone fuori dal mondo, in democrazia il consenso e' l'unico strumento con il quale si consegue il potere - ha aggiunto Gabrielli - i temi della prevenzione non sfondano nell'opinione pubblica e quindi i politici, che vanno alla ricerca del consenso, li pongono nelle parti basse delle loro agende. Se ci fosse una societa' civile piu' consapevole, avremmo anche una societa' civile piu' esigente rispetto alle classi politiche che poi governano il Paese", ha detto ancora Gabrielli.
L'ex prefetto dell'Aquila ha parlato anche del processo alla Commissione Grandi Rischi, commentando la condanna inflitta dal giudice ai suoi componenti. "Di questa vicenda a me ha sempre preoccupato che le presunte responsabilita' della comunita' scientifica fossero un po' la foglia di fico delle responsabilita' di chi governa e ha governato il territorio", ha detto Franco Gabrielli, "Quando ho detto che sul banco degli imputati avrei voluto anche altre persone, mi riferivo a loro", ha spiegato Gabrielli.
"La sentenza dell'Aquila e prima ancora il procedimento non l'ho mai considerato il problema, ma quanto l'evidenziazione di problemi. Il tema rapporto commissione grandi rischi e sistema protezione civile, il tema importantissimo della comunicazione del rischio, la responsabilita' di chi e' chiamato a fare previsioni", ha spiegato Gabrielli. "Nel programma Presa Diretta di Iacona a un certo punto viene intervistata una collaboratrice del dipartimento che aveva lavorato allo studio Barberi, che agli inizi degli anni '90 aveva mappato gli edifici critici della citta'. Oggi ci si chiede che cosa potevano fare e dovevano fare in quella stanza piu' o meno affollata gli scienziati, perche' non ci si chiede mai che cosa non e' stato fatto dal punto di vista di chi aveva il governo del territorio su quella analisi, su quella verifica della vulnerabilita' degli edifici? - sottolinea il capo della Protezione Civile - questa e' la cosa che mi preoccupa come operatore del sistema di protezione civile, che queste vicende non vengano considerate".
"Smettiamola di piangerci addosso, cominciamo ad agire anche nel piccolo, abbiamo uno stanziamento di 1 miliardo sul rischio sismico: stiamo stancamente e con grande difficolta' spendendo questi soldi", ha spiegato ancora Franco Gabrielli,
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