«Apprezzo la posizione del sindaco Mascia sulla "Grande Pescara" perché, pur esprimendo dubbi e perplessità rispetto al merito, riconosce la legittimità del metodo del referendum, inteso come strumento di partecipazione dei cittadini». Così Carlo Costantini, consigliere regionale Mov139 e primo promotore della Grande Pescara, la proposta di fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore in un'unica grande città, risponde alle perplessità espresse dal primo cittadino del capoluogo adriatico sugli aspetti burocratico-amministrativi del progetto.
«Comprendo anche l'origine dei suoi dubbi sulle scelte operative da compiere - prosegue il consigliere regionale - ma lo invito a collocarli nella fase corretta: quella tecnica, politica e legislativa che si aprirà solo dopo la conclusione positiva del referendum. Altrimenti, ci troveremmo a commentare l'esito di una partita, prima che sia iniziata».
«Lasciamo che la democrazia faccia la sua parte - conclude Costantini - ed un attimo dopo potremo iniziare a discutere delle modalità con le quali realizzare la volontà dei cittadini. Farlo oggi tradisce soltanto un sentimento di paura del futuro. Invito il sindaco a recuperare un po' più di autostima rispetto al suo ruolo e fare la sua parte».
«Apprezzo la posizione del sindaco Mascia sulla "Grande Pescara" perché, pur esprimendo dubbi e perplessità rispetto al merito, riconosce la legittimità del metodo del referendum, inteso come strumento di partecipazione dei cittadini». Così Carlo Costantini, consigliere regionale Mov139 e primo promotore della Grande Pescara, la proposta di fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore in un'unica grande città, risponde alle perplessità espresse dal primo cittadino del capoluogo adriatico sugli aspetti burocratico-amministrativi del progetto.
«Comprendo anche l'origine dei suoi dubbi sulle scelte operative da compiere - prosegue il consigliere regionale - ma lo invito a collocarli nella fase corretta: quella tecnica, politica e legislativa che si aprirà solo dopo la conclusione positiva del referendum. Altrimenti, ci troveremmo a commentare l'esito di una partita, prima che sia iniziata».
«Lasciamo che la democrazia faccia la sua parte - conclude Costantini - ed un attimo dopo potremo iniziare a discutere delle modalità con le quali realizzare la volontà dei cittadini. Farlo oggi tradisce soltanto un sentimento di paura del futuro. Invito il sindaco a recuperare un po' più di autostima rispetto al suo ruolo e fare la sua parte».
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