La percentuale media della raccolta differenziata in Abruzzo e' pari al 37,6% ed e' in linea con la media nazionale. Il dato, relativo al 2012, e' inferiore di circa 30 punti rispetto alla soglia di legge. Solo l'11,48% dei 305 Comuni abruzzesi raggiunge l'obiettivo del 65% di differenziata. Occasione per fare il punto della situazione e' stata la premiazione di 35 Comuni a Pescara nell'ambito del rapporto 2013 di ''Comuni Ricicloni'' curato da Legambiente. Differenti, in Abruzzo, le prestazioni medie, che sono al di sopra del 46% in alcune aree, come quelle conseguite nei territori delle province di Chieti e Teramo, o inferiori al 30% in altre, come nei territori delle province di Pescara e L'Aquila. Legambiente evidenzia, tuttavia, ''margini tecnici ed economici di miglioramento, anche grazie agli incentivi messi in campo dalla Regione Abruzzo''. Sul podio, tra i Comuni che registrano le migliori performance, vi sono Goriano Sicoli, con l'82,92% di differenziata, Massa d'Albe, con il 78,97% e Fara San Martino, con il 77,35%.
I Comuni piu' grandi presenti nella classifica sono Pratola Peligna , al decimo posto con il 69,72%, Sant'Egidio alla Vibrata (Teramo), al 19/mo posto con il 67,69%, Manoppello, in 25/ma posizione con il 66,39%, e Cepagatti in 32/ma posizione con il 65,55%. L'Abruzzo, secondo l'associazione ambientalista, e' ancora caratterizzato da una elevata frammentazione nel servizio di raccolta porta a porta, che invece e' ''strategica'' per l'ottenimento delle piu' alte prestazioni di raccolta differenziata, mentre la disponibilita' impiantistica risulta ''ancora distribuita in modo non omogeneo nelle diverse province abruzzesi''. Il conferimento dei rifiuti fuori regione, inoltre, ha riguardato circa la meta' del flusso di rifiuti avviati a discarica e la totalita' del Combustibile solido secondario (Css) avviato a recupero energetico. ''Siamo al giro di boa - spiega Giuseppe Di Marco, neodirettore di Legambiente Abruzzo - bisogna accelerare verso uno scenario di gestione 'integrata', che assuma a riferimento il bacino regionale. E' una possibilita' concreta, vista la costituzione dell'Ato unico. Vanno rafforzati gli obiettivi di prevenzione, riduzione della produzione e avvio al riutilizzo, massimizzando il riciclaggio. Occorre inoltre rivedere il sistema degli incentivi ed e' necessario promuovere serie politiche di prevenzione con il principio del "chi inquina paga. La svolta - conclude Di Marco - e' dietro l'angolo, ma la strada non e' affatto in discesa''
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