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Pubblicato il 08/07/2013 22:10

Legnini parla dell'editoria: sì al rifinanziamento della legge 416 e largo ai giovani

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"Si' al rifinanziamento della 416 ma non partendo dagli esuberi ma dall'ingresso dei giovani a partire dall'innovazione". Lo ha detto il sottosegretario all'editoria Giovanni Legnini, a Torino, ad un incontro sul futuro dell'editoria organizzato dal Pd. "Poi - ha aggiunto - in funzione di queste due cose si possono sostenere, se necessario, le uscite". Legnini ha poi affrontato il tema dell'equo compenso: "e' stata istituita formalmente la Commissione. E' una legge molto complicata da applicare. Mi auguro si arrivi ad una conclusione la piu' equa e la piu' negoziata tra le parti.
La crisi dell'editoria, ha sottolineato Legnini, deriva da due principali cause: da un lato la recessione economica in atto, che comporta un drastico calo della pubblicita'; dall'altro la trasformazione della produzione di informazione, che si fonda appunto sui nuovi modelli multimediali. Tutto cio' comporta inevitabilmente per le aziende editoriali un adeguamento alla nuova realta'. ''Ma questa ristrutturazione - ha affermato il sottosegretario - va accompagnata, bisogna guardare avanti. Per esempio, declinando il tema del diritto d'autore per quanto riguarda il rapporto tra carta stampata, cioe' i produttori di notizie, e i motori di ricerca, cioe' Google e gli altri, che in realta' produttori non sono''. E' il tema dei temi per quanto riguarda l'editoria, ma non puo' essere affrontato come se la crisi delle aziende editoriali italiane fosse una crisi come le altre: ''quello dell'editoria - ha sottolineato Legnini - e' un grande settore industriale, non lo si puo' trattare come se fosse un qualsiasi settore in crisi. Perche' ha a che fare con l'essenza stessa della democrazia''.

Contrariamente a quanto affermato dal Movimento 5 Stelle, ''non e' vero che i giornali italiani prendono soldi dallo Stato'': lo ha affermato il sottosegretario all'Editoria, Giovanni Legnini, intervenuto ad un incontro a Torino sulla crisi dell'editoria. ''In Italia non c'e' una consapevolezza piena della crisi dell'editoria - ha detto -. Ci sono convinzioni spesso errate su come funziona il sistema. Per esempio, tutti i cittadini pensano che i giornali prendano soldi dallo Stato. Non e' cosi'. E comunque i finanziamenti per il comparto sono una voce percentualmente ridicola nel bilancio complessivo. Cito solo questo dato: nel 2005 i contributi all'editoria erano di 700 milioni, oggi sono meno di 160 milioni''.

 

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