Piu' assistenza territoriale; progressivo contenimento dell'inappropriatezza ospedaliera e riduzione di quella clinica ed organizzativa dei ricoveri ospedalieri di riabilitazione; maggiore efficienza delle strutture ospedaliere, con riduzione della degenza media; tendenziale allineamento della dotazione di posti letto ospedalieri con lo standard nazionale. Sono i risultati ottenuti, dal 2007 al 2012, dalle Regioni in Piano di rientro in ambito sanitario (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Puglia e Sicilia), riportati nel "Report sul monitoraggio dell'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza dei SSR dal 2007 al 2012 nelle Regioni in Piano di rientro" pubblicato dal ministero della Salute.
Restano tuttavia ambiti in cui, si legge nel documento, sono necessari ulteriori miglioramenti come l'assistenza territoriale per i disabili, sia in setting domiciliare che residenziale e semiresidenziale; l'assistenza ospedaliera relativa all'offerta di posti letto post-acuzie non ancora in linea con i parametri nazionali; l'inappropriatezza dei ricoveri in regime ospedaliero di riabilitazione. Nello specifico, il Report evidenzia come l'assistenza territoriale si attesti su buone percentuali per gli anziani (67%) e sia in miglioramento per i malati con disturbi psichiatrici, i terminali e i disabili. Buone perfomance si registrano per le giornate di assistenza residenziale e semi-residenziale, anche in questo caso soprattutto per gli anziani (66%), e per l'offerta di posti letto (67% per gli anziani). In generale, il tasso di ospedalizzazione risulta analogo tra le Regioni sottoposte a Piano di rientro e quelle non in Pdr, per quanto riguarda l'ospedalizzazione ordinaria; mentre, per il regime di Day hospital, si registrano risultati migliori nelle Regioni non in Pdr dove e' gia' in atto un maggiore ricorso al regime ambulatoriale. Fatta eccezione per la Valle d'Aosta, la dotazione di posti letto e' in diminuzione in tutte le Regioni Italiane, con un progressivo avvicinamento allo standard di 3,7 p.l. ogni mille abitanti. Nel 2012, tuttavia, tre Regioni sottoposte a Pdr si sono attestate al di sotto di tale standard: Campania (3,2), Puglia e Sicilia (3,3) e Calabria (2,8).
Sul fronte dell'inappropriatezza, quella complessiva e' stata pari al 26,6% del totale giornate di degenza 2012, con un'incidenza in diminuzione rispetto al 2011 (circa 28%). Complessivamente, sono state 1.519.445 le giornate di degenza ad elevato rischio di inappropriatezza suddivise: 890.282 giornate relative a ricoveri con potenziale inappropriatezza clinica (30.723) e 629.163 giornate relative a ricoveri clinicamente appropriati ma con durata di degenza fuori dal range appropriato. Nel biennio 2010-2012, dunque, tutte le Regioni hanno ridotto la percentuale di ricoveri ad alto rischio di inappropriatezza clinica nel biennio 2010-2012, innalzando cosi' il valore medio nazionale da 16,1% a 13,5%; non hanno fatto invece registrare dati omogenei riguardo l'inappropriatezza organizzativa e hanno visto aumentare la percentuale di giornate di degenza ad alto rischio di inefficienza, passando da 8,7% a 9,1%. Nel quinquennio 2007-2012, si e' assistito a un generale aumento delle unita' di assistenza, pari al 6%, per l'effetto combinato dell'incremento dell'assistenza territoriale e della riduzione dell'assistenza ospedaliera. Tali evidenze, si legge nel Report, confermano che, nel periodo considerato, il percorso intrapreso dalle Regioni, soprattutto quelle in Piano di Rientro, e' stato finalizzato alla promozione di interventi volti all'incremento dell'assistenza a livello territoriale, a seguito anche ad esempio di processi di riorganizzazione e riconversione delle strutture territoriali. Tutte le Regioni, dal 2007 al 2012, hanno infatti potenziano l'assistenza territoriale (valore medio 2012 - 1.817 gg per 1.000 ab.) e ridotto l'assistenza ospedaliera attestandosi, nel 2012 ad un valore medio di ca. 1.115 gg per 1.000 abitanti. Quanto alla spesa farmaceutica, infine, nel periodo 2007 - 2012, si e' riscontrato, a livello medio Italia, che a fronte di un aumento dei consumi farmaceutici territoriali di classe A-SSN, pari al 12%, si e' registrata una riduzione della spesa farmaceutica netta pro capite di farmaci di classe A-SSN del 22%. Un fenomeno, chiarisce il ministero della Salute, dovuto alla messa in atto di interventi di razionalizzazione dei consumi e della spesa (ad esempio incentivazione all'utilizzo dei farmaci generici, ricorso alla distribuzione diretta e per conto che molte Regioni hanno adottato, introduzione di meccanismi di pay-back, e di formule di compartecipazione alla spesa). Per le Regioni in Piano di rientro si registra una spesa media pro capite pari a 167 euro, con uno scostamento percentuale medio rispetto alla spesa media nazionale pari a +10%
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 1
Condividi: