"Il governo italiano deve essere forte e autorevole con l'Europa, usare il diritto di veto che l'Italia ha come Paese fondatore per ottenere la conferma della restituzione al 40% delle tasse sospese dopo il sisma del 6 aprile 2009, lo scalcolo dai conteggi del rapporto deficit/Pil degli investimenti in zone colpite da grandi tragedie e, dopo l'estate, fondi aggiuntivi per la ricostruzione". Cosi' il presidente della II Commissione (Territorio) di palazzo dell'Emiciclo e consigliere regionale del Popolo della liberta', Luca Ricciuti, ha parlato oggi in conferenza stampa dei rapporti tra il "cratere" e l'Unione europea, stimolando l'esecutivo Letta a un'azione piu' incisiva. Ricciuti ha contestato, in particolare, l'emendamento all'articolo 11 della legge di conversione del "decreto lavoro" che e' in discussione al Senato, che ripropone la "norma killer" che imporrebbe la restituzione per intero e non con lo sconto del 60%, come invece fissato da una legge dello Stato, la cosiddetta "legge Letta".
"Il ministro per gli Affari europei e' lo stesso del governo Monti, Enzo Moavero Milanesi, forse qualcuno intende assecondare le esigenze di qualche burocrate, non vorrei fosse una partita di scambio per ottenere qualche 'mollichina' su argomenti diversi - ha attaccato Ricciuti - C'e' una legge sulla restituzione delle tasse e quella va applicata fino alla cancellazione. Chi si assumera' la responsabilita' di eliminarla fara' un atto che poi valuteremo anche in sede di partito". Sulla deroga al patto di stabilita', il presidente della Commissione Territorio ha affermato che "c'e' la necessita' di cancellare definitivamente l'inserimento nei conteggi del deficit/Pil delle spese di investimento finalizzate al ripristino delle condizioni di vita normale nelle localita' colpite dalle grandi catastrofi, lo diciamo per tutti non solo per noi".
Secondo il consigliere, su questo tema "ci vuole un'azione di governo forte. Quando e' servita a Francia e Germania la deroga c'e' stata, e nessuno ha protestato, il rapporto deficit/Pil e' andato anche al 5%. Oggi non sono ci sono condizioni diverse, c'e' solo bisogno di un governo autorevole. Siamo tra i Paesi fondatori della Ue - ha ricordato - a Bruxelles abbiamo ancora un potere di veto importante da usare quando qualcuno pensa solo alle proprie bagattelle".
"All'Aquila purtroppo non vedo una volonta' di fare, ma solo quella di tenersi a galla: in Consiglio comunale non si capisce piu' niente", ha concluso.
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