'Se l'emergenza e' stata considerata chiusa per legge, i territori, vivono ancora una situazione gravissima, che rende impossibile anche solo ipotizzare un ritorno all'ordinarietà'. Lo scrive in un documento il coordinamento dei sindaci rappresentanti delle 9 aree omogenee del cratere per fare il punto sulla situazione post-sisma dell'Aquila e degli altri centri a seguito del terremoto che distrusse il territorio la notte del 6 aprile del 2009.
I primi cittadini hanno messo oggi nero su bianco le richieste al Governo in vista del Tavolo tecnico interministeriale, coordinato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l'attuazione del Programma di Governo, Giovanni Legnini, ricordando che i fondi per la ricostruzione per il comune dell'Aquila sono pari a 5,5 miliardi di euro, mentre per i restanti comuni del cratere la spesa prevista e' pari a 4,2 miliardi di euro. Per avviare la ricostruzione dei centri storici da quest'anno, il coordinamento i sindaci, chiede, 'col meccanismo del finanziamento tramite Cassa Depositi e Prestiti, rivelatosi efficace al punto che e' stato riconfermato per il finanziamento totale del sisma dell'Emilia, la cifra di 1,4 mld entro il prossimo mese. Per quanto riguarda gli anni successivi, 2014-2018, sara' necessario assicurare i restanti otto miliardi, suddivisi in tranche con trasferimenti progressivi e costanti'.
Sarebbero insufficienti inoltre le cifre per i comuni fuori dal cratere che hanno subito danni legati al sisma.
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