«I nostri timori sul futuro occupazionale dei dipendenti del Gruppo Villa Pini d'Abruzzo, ampiamente diffusi anche a mezzo stampa, erano ben lungi dall'essere infondati e nelle ultime ore, purtroppo, hanno assunto il contorno del dramma sociale»: così il segretario cittadino, Andrea Buracchio, e il capogruppo in Consiglio comunale, Mario De Lio, commentano le notizie in arrivo dalla curatela fallimentare circa la procedura di mobilità per quasi 300 dipendenti.
Infatti, con un documento datato 6 dicembre 2013, il Curatore del "Fallimento Villa Pini S.r.l", avv. Giuseppina Ivone, ha attivato la Procedura di mobilità ex artt. 4 e 24 Legge 23.7.1991, nº 223 - per i dipendenti del Fallimento Villa Pini d'Abruzzo.
Ciò significa che la Curatela procederà alla «risoluzione dei rapporti del personale dipendente occupato nella sede di Via dei Frentani 228 a Chieti».
«Le nostre preoccupazioni - proseguono Buracchio e De Lio - erano tutt'altro che peregrine e come UDC siamo ancora una volta convinti sempre più di stare vicini e soprattutto di dare voce a chi oggi rischia addirittura il posto di lavoro, mentre ieri subiva, nel silenzio generale, le conseguenze delle modalità di applicazione del verbale d'accordo del 7 settembre 2013».
Con la decisione della curatela, sia i lavoratori di Villa Pini non rientranti nelle graduatorie per le assunzioni sia quei dipendenti che hanno sono stati assunti con contratto part-time dalla casa di cura "Santa Camilla", proprietaria oggi della struttura, oggi si vedono inseriti nella lista di procedura per la mobilità.
Quindi, ad una situazione lavorativa che era già difficile e mortificante per i dipendenti si aggiunge oggi una nuova avversità, rappresentata dalla richiesta di mobilità giustificata dalla Curatela Fallimentare con la motivazione della necessità improcrastinabile conseguente alla vendita del complesso aziendale.
Nella stessa nota la curatela quantifica gli esuberi equivalenti a 298 unità, da inserire nella procedura di mobilità, in modo da favorire la loro rioccupazione anche attraverso le agevolazioni contributive concesse ai datori di lavoro: il che significa che circa 300 famiglie si trovano oggi senza più un futuro occupazionale certo. Il tutto in un momento nerissimo per le famiglie e i lavoratori, in cui si registrano pesanti tensioni occupazionali: un vero dramma sociale che per i lavoratori di Villa Pini dura da anni.
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