Annaspano le piccole imprese abruzzesi sul fronte delle esportazioni. A "reggere" il confronto con la concorrenza staniera ci sono le grandi multinazionali del trasporto, Sevel e Honda. Cosi' stamane la Cna abruzzese ha commentato i dati sulle esportzioni. Nei primi sei mesi del 2013 le esportazioni hanno subito una flessione di 67 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: 3.494 milioni di valore, contro 3.561 del 2012. Regge invece il settore dei motori, che rappresenta in Abruzzo il 42 per cento del totale, contro il 10 per vento del livello nazionale. E' quanto emerge dallo studio realizzato per la Cna abruzzese da Aldo Ronci, sui dati relativi all'andamento dell'export nei primi sei mesi dell'anno. Il volume di affari della filiera produttiva delle imprese locali si e' ridotto di 126 milioni di euro, colpendo in modo particolare gli articoli farmaceutici (-69 milioni; -37,1 per cento), l'abbigliamento (-52; -32,5 per cento), i prodotti elettronici (-38; -25,9 per cento). E segna pure il passo l'export dei prodotti alimentari, che cresce pero' solo di 3 milioni, passando da 215 del 2012 a 218 del 2013, con un incremento dell'1,1 per cento , di gran lunga inferiore rispetto al dato nazionale (+6,6 per cento). Meno negativo l'andamento dei prodotti agricoli, passati da 33 milioni del 2012 a 35 del 2013, con un incremento di 2 milioni. Gli incrementi piu' significativi dell'export si sono verificati nella produzione, degli altri mezzi di trasporto per 35 milioni (+19,1 per cento), di autoveicoli per 24 milioni (+1,3 per cento),di macchine ed apparecchi per 21 (+6,1 per cento), di apparecchi elettrici per 20 (+21,7 per cento) e degli articoli in gomma per 18 milioni (+5,6 per cento).
"Tra il 2000 e il 2012 - ha detto Ronci- l'incremento cumulato dell'export abruzzese nell'area dei prodotti diversi dai mezzi di trasporto, ha registrato un debole incremento (10 per cento) contro quello nazionale, che e' assai consistente (53 per cento). Dunque, con un preoccupante differenziale pari a 43 punti percentuali ma che tendenzialmente sembra continui a crescere ancora. Con il risultato che, se fino al 2008 le esportazioni dei mezzi di trasporto avevano contribuito in maniera consistente a compensare la bassa crescita degli altri settori, negli ultimi anni si e' andata esaurendo, anche a causa di una flessione di questo mercato, i deludenti risultati degli altri settori". Alla luce di questa situazione il direttore regionale della Cna, Graziano Di Costanzo, ha sostenuto che bisogna potenziare l'attivita' dei poli di innovazione e delle reti di impresa. "Chiediamo alla Regione - ha sottolineato - di sostenere i due consorzi export del teramano, che senza fondi saranno costretti a chiudere". Dello stesso avviso Giovanni Di Michele, di Federmoda: "i due Consorzi del teramano, nati 15 anni fa, raccolgono circa 40 aziende, entro fine dicembre saranno costretti a chiudere perche' i fondi programati dalla Regione per il 2010, 2011 e 2012 verranno cancellati. Tutto questo in un momento in cui il mercato e' stagnante e tutti si riempiono la bocca dicendo che bisogna indirizzarsi verso l'estero"
Intanto due consorzi di imprese del Teramano nati per aggredire con piu' successo i mercati esteri, si vedono costretti a rompere le righe. La denuncia arriva da Giovanni Di Michele, presidente regionale di Cna Federmoda e imprenditore fortemente impegnato nella costruzione di reti d'impresa, intervenuto questa mattina a Pescara, con il direttore regionale della Cna, Graziano Di Costanzo, alla presentazione dei dati relativi all'andamento delle esportazioni nel primo semestre del 2013. "Purtroppo, i finanziamenti individuati per il 2010 e il 2011 sul fondo unico per le attivita' produttive della Regione, appena 200mila euro l'anno per il sostegno alle attivita' dei due consorzi, 'TerModa' e 'Get export' - dice - sono stati cancellati. Certo, non per volonta' della politica, ma il risultato e' lo stesso; e cosi' ora dovremo spiegare ai nostri associati, una quarantina di imprese in gran parte espressione proprio del settore della moda e con centinaia di dipendenti, gente che aveva creduto nella possibilita' di promuovere assieme le vie dell'export, che dovranno mettere mano al portafogli per chiudere le attivita' dei due consorzi".
Insomma, nonostante l'encomio solenne del presidente della Regione, Gianni Chiodi ("Il dono che abbiamo fatto alle first ladies sono prova dell'elevata qualita' della produzione manifatturiera abruzzese che vanta un'antica tradizione" disse all'indomani del vertice aquilano), alla prova dei fatti il sostegno alle piccole imprese che esportano nel settore della moda (ai due consorzi aderiscono anche imprese di altri comparti produttivi, ndr) si rivela fragile. Come fragile e' anche la struttura delle piccole imprese abruzzesi, a cominciare proprio dal comparto della moda: "La situazione non e' migliore rispetto al resto d'Italia, ed anzi su diversi fronti siamo tornati a performance tipiche del Mezzogiorno: il settore, infatti, incide solo per il 6,8% sul totale delle esportazioni, contro l'11% a livello nazionale" spiega ancora Di Michele. "Il made in Italy - aggiunge - e' apprezzato ovunque e da sempre: abbiamo imprese in grado di realizzare elevate performance qualitative, eppure non siamo ancora stati capaci di incrementare queste percentuali. Dovrebbe essere questa la sfida dell'intero tessuto produttivo ma anche della politica nei prossimi anni". E a certificare lo stato di salute non eccelso del comparto contribuiscono i dati relativi all'andamento delle imprese: nel secondo trimestre del 2013, infatti, sono 2.398 le aziende censite, con la perdita di 64 unita' rispetto al secondo trimestre del 2011 e la perdita stimata di oltre 1.800 posti di lavoro. Di pari passo, sempre nello stesso comparto, l'impennata della Cassa integrazione: nei primi sei mesi dell'anno sono state concesse 548 milioni di ore di "Cig" (+ 4,6 rispetto al 2012)
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