Quasi una rivoluzione geopolitica quella che il governo si accinge a operare con il riordino delle province. La delibera approvata oggi dal Consiglio dei ministri infatti prevede, in base ai nuovi criteri basati sugli abitanti, minimo 350 mila, e sulla superficie territoriale di almeno 2.500 chilometri quadrati, una sorta di nuovo disegno del Paese che non rappresenta solo un semplice accorpamento di enti. Tra le novità allo studio ci sono due macro province in Emilia Romagna, una per l'Emilia comprendente Parma, Piacenza (un tempo unite nel Granducato), insieme a Reggio Emilia e Modena; l'altra, della Romagna, con le città di Ravenna, Rimini, Forlì e Cesena. Ma le novità non finiscono qui. In Abruzzo si ipotizza una provincia Adriatica, ferma restando quindi L'Aquila, capoluogo di regione, si potrebbero accorpare Pescara, Teramo e Chieti in un unico ente. Novità importanti anche nel Lazio con tre nuove province che corrisponderebbero ai territori della Tuscia (Viterbo), della Sabina (Rieti) e del Frusinate (Frosinone e Latina).
L’Ansa su dati Istat ha comunicato che in Abruzzo non subirebbero accorpamenti L'Aquila e Chieti, in Molise rimarrebbe solo la provincia di Campobasso
Teramo, Pescara e Chieti potrebbero rientrare nella 'Provincia Adriatica', escludendo L'Aquila
Il Consiglio ha definito i criteri per il riordino delle province – dimensione territoriale e popolazione residente – previsti dal decreto sulla spending review (cfr. comunicato stampa del 5 luglio “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica”). In base ai criteri approvati, i nuovi enti dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati.
Nei prossimi giorni il Governo trasmetterà la deliberazione al Consiglio delle autonomie locali (CAL), istituito in ogni Regione e composto dai rappresentanti degli enti territoriali (in mancanza, la deliberazione verrà trasmessa all’organo regionale di raccordo tra Regione ed enti locali). La proposta finale sarà trasmessa da CAL e Regioni interessate al governo, il quale provvederà all’effettiva riduzione delle province promuovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura.
Le nuove province eserciteranno le competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità (le altre competenze finora esercitate dalle Province vengono invece devolute ai Comuni, come stabilito dal decreto “Salva Italia”). La soppressione delle province che corrispondono alle Città metropolitane – 10 in tutto, tra cui Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze – avverrà contestualmente alla creazione di queste (entro il 1° gennaio 2014).
Il Consiglio dei Ministri ha esaminato la questione del calendario delle festività e delle celebrazioni nazionali. Il decreto legge n. 138, approvato dal precedente Governo nell’agosto 2011, prevede infatti che, a decorrere dall’anno 2012, il Presidente del Consiglio stabilisca ogni anno le date in cui ricorrono le festività introdotte con legge dello Stato non conseguenti ad accordi con la Santa sede, nonché le celebrazioni nazionali e le festività dei Santi Patroni, ad esclusione del 25 aprile, del 1° maggio e del 2 giugno.
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