Sono 8.525, in Abruzzo, le persone che sono andate in pensione a meno di 50 anni di eta'. Le cosiddette 'baby pensioni', a livello regionale, costano ben 150 milioni di euro, contro i 9,5 miliardi di euro nazionali. E' quanto emerge da un'analisi di Confartigianato Abruzzo, che ha diffuso i dati regionali contenuti in un'elaborazione dell'Ufficio studi nazionale dell'associazione di categoria.
Gli oltre 8.500 baby pensionati abruzzesi rappresentano l'1,6% del totale nazionale, pari a 531.752 unita'. Del totale degli assegni, 7.434 sono pagati dall'Inpdap e 1.091 dall'Inps.
Il provvedimento che istitui' le baby pensioni (D.p.r. 1092) fu varato nel 1973 dall'allora Governo Rumor. Se gli statali potevano gia' andare in pensione dopo 19 anni e mezzo e i lavoratori degli enti locali dopo 25 anni, il decreto consenti' alle dipendenti pubbliche con figli di lasciare il servizio dopo solo 14 anni, sei mesi e un giorno di lavoro.
Definendo una 'voragine' la spesa per le baby pensioni, il direttore di Confartigianato Abruzzo, Daniele Giangiulli, per far capire l'entita' delle cifre cita l'esempio della spending review, con il riordino delle Province che 'porterebbe ad un risparmio di 15 miliardi di euro all'anno'.
'I margini per risparmiare a costo zero - dice Giangiulli - ci sono, senza dover gravare sempre sulle imprese, che in questi giorni sono sopraffatte da scadenze fiscali e quant'altro.
Nessuno, invece, parla di semplificazione degli appalti pubblici, dei servizi pubblici locali e di snellimento della burocrazia. C'e' bisogno di crescita e di sviluppo - conclude - mentre si continua a parlare solo di rigore'
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