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Pubblicato il 12/05/2013 22:10

L'Abruzzo è la prima regione per variazione positiva degli occupati under 35

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Il record nazionale provinciale è di Pescara. Dati Confartigianato

L'Abruzzo, con un incremento dell'1,5%, nel 2012 e' la prima regione per variazione positiva degli occupati under 35 e Pescara, con crescita 3,5%, e' la prima provincia a livello nazionale. La media italiana e' -4,4% e l'unica regione a far registrare, con l'Abruzzo, segno positivo e' la Campania (+0,2%). E' quanto emerge da un rapporto del Centro studi di Confartigianato Abruzzo.

A livello territoriale, dopo Pescara ci sono l'Aquilano (+2,6%), il Teramano (+1%) e il Chietino (-1,2%), unica provincia questa che presenta un saldo negativo. Nel 2012, in Abruzzo, gli occupati con età inferiore ai 35 anni sono stati 136mila, di cui il 20,1% ha fino a 24 anni, mentre il restante 79,9% appartiene alla classe di età 25-34 anni. E' la fotografia dei giovani abruzzesi scattata dal Centro Studi di Confartigianato: sin da quando è iniziata la crisi, fa sapere il centro di ricerca, tra il 2008, anno di picco dell'occupazione nazionale, e il 2012, la flessione media degli occupati under 35 in Abruzzo è stata del -13,7% un trend che, seppur preoccupante, è tra i meno negativi in Italia insieme alla provincia Autonoma di Bolzano (-4,1%) mentre i dati più allarmanti hanno riguardato la Sardegna (-25,6%), il Friuli-Venezia Giulia (-24,0%), il Molise (-23,1%).

La regione, inoltre, si classifica al 16/o posto della graduatoria nazionale per quanto riguarda i cosiddetti 'Neet' (acronimo di 'Not in education, employment or training'), ovvero i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano, i quali sono il 17,6% del totale. Sono, infine, 61mila, cioe' il 23,7% del totale, i giovani tra i 18 e i 34 anni, non sposati, che continuano a vivere con i genitori, nonostante siano occupati.

"Dal rapporto - afferma Daniele Giangiulli, direttore di Confartigianato Abruzzo - emerge anche che, oltre alle difficoltà legate alla dinamica degli occupati, un' accentuata criticità del mercato del lavoro giovanile è data da oltre 2.154.600 di giovani tra i 15 e 29 anni che non lavorano e non studiano (gruppo indicato con l'acronimo Neet: Not in education, employment or training): si tratta del 22,7% della popolazione giovanile tra il 15 e 29% a livello nazionale. Questo fenomeno mostra una diversificata accentuazione territoriale registrando una percentuale maggiore nelle regioni del Mezzogiorno quali Sicilia, Campania e Calabria, dove un giovane su 3 non cerca più un posto di lavoro. Per ciò che concerne l'Abruzzo possiamo segnalarla al 16° posto della classifica nazionale con una percentuale del fenomeno Neet (tra i 15 e 29 anni) di 17,6 punti percentuali. Altro fenomeno da evidenziare - conclude Giangiulli - è la permanenza dei giovani tra i 18 e i 34 anni non sposati nel nucleo familiare nonostante siano occupati. I giovani in questa condizione in Abruzzo sono 61mila pari al 34,8% del totale e al 23,7% del totale dei giovani di questa fascia di età. Bisogna tenere alta la guardia su questi problemi. La Regione Abruzzo ha registrato risultati soddisfacenti perché in questi ultimi anni ha adottato delle politiche mirate sul lavoro e sull'occupazione, che hanno dato i loro frutti: mi riferisco ai bandi pubblicati dall'Assessorato al Lavoro, guidato da Paolo Gatti, che sono stati di grande supporto alle imprese abruzzesi".

 

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