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Pubblicato il 28/03/2014 16:04

Chiodi: L'acqua per il bacino pescarese e chietino "e' ottima"

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La video intervista al Governatore

L'acqua per il bacino pescarese e chietino "e' ottima". Cosi' il presidente d' Abruzzo, Gianni Chiodi, alla popolazione di Bussi sul Tirino. Dal 2007, ha riferito, sono stati chiusi i pozzi a rischio. "In questo momento non e' vero che, come si e' lasciato intendere, 700mila persone bevono acqua avvelenata".

Le affermazioni di Chiodi arrivano in una conferenza stampa convocata al comune di Bussi dopo la relazione dell'Istituto Superiore di Sanita' in merito ai rischi del sito industriale. "Una relazione - ha detto - di cui non abbiamo ricevuto nessuna anticipazione e che e' stata chiesta dall'Avvocatura dello Stato per riordinare i dati in virtu' del processo in corso". A rassicurare la popolazione anche il commissario per il bacino Aterno-Pescara, Adriano Goio: dal 2007 acqua potabile su tutti gli acquedotti

"Qui non è la Terra dei fuochi". Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha respinto con queste parole "il processo di disinformazione che sta investendo la città di Bussi e la sua comunità" dopo la notizia della relazione dell'Istituto superiore di Sanità che ha quantificato in 700 mila persone i potenziali utenti che hanno bevuto acqua inquinata. "Ora la necessità primaria - ha detto Chiodi - è far capire alla comunità nazionale e internazionale che questa terra è integra, la sua acqua ottima e in quantità abbondante e che a Bussi si è avviato un processo di messa in sicurezza e bonifica di tutte quelle aree interessate dall'inquinamento chimico" . Il dato "incontenstabile" è che "l'acqua di Bussi è ottima sia per qualità sia per quantità" e che "appartengono al passato di sette anni fa i dati di un'acqua inquinata e non potabile". Ma, secondo Chiodi, "in questa vicenda si è omesso di dire che la relazione dell'Iss fotografa la situazione al 2007 e che, proprio in ragione di quella situazione, si è intervenuti già all'inizio del 2007 e subito dopo l'insediamento del Commissario straordinario dell'Aterno-Pescara per far fronte ad un'emergenza che poteva avere risvolti pesanti. E il commissario Adriano Goio lo ha fatto chiudendo immediatamente i pozzi che erogavano acqua non nei limiti di legge e vincendo soprattutto le resistenza di una parte della politica che invece quei pozzi inquinati di Sant' Angelo voleva tenerli aperti"

"Non avevamo avuto alcuna anticipazione della relazione che l'Istituto superiore della sanita' ha depositato al processo di Chieti" (dove sono imputati, in Corte d'Assise, 19 ex amministratori della Montedison, ndr). Lo ha affermato il presidente della Regione, Gianni Chiodi, aggiungendo che "la Regione e' stata sempre informata ed ha seguito direttamente l'evolversi della situazione del 'caso Bussi'. Cosi' come ha sempre seguito, soprattutto sui tavoli nazionali, tutte le tappe per la messa in sicurezza del sito e l'avvio delle procedure di bonifica, ma di questa relazione, che da quello che ci e' stato detto e' stata richiesta dall'avvocatura dello Stato per fare ordine nella parte pubblica sull'andamento del processo e fotografa la situazione al 2007, non abbiamo avuto alcuna anticipazione". Su questo aspetto, Chiodi ha detto di aver parlato poco prima dell'insediamento del nuovo governo Renzi, con l'ex ministro dell'Ambiente Orlando "per lamentarsi dei ritardi del governo nell'erogazione dei 50 milioni di euro necessari per avviare la bonifica a fini della sola reindustrializzazione dell'ex sito". Un punto sul quale si sono trovati concordi il presidente della Regione e il sindaco di Bussi, Salvatore La Gatta: "I soldi stanziati nella finanziaria del 2010 ma entrati nella disponibilita' del commissario Goio solo nel novembre del 2013 - hanno detto - servono unicamente per bonificare a fini di reindustrializzazione dell'area", chiudendo in questo modo le porte "ad interpretazioni di parte su come utilizzare i 50 milioni di euro. I ritardi - hanno aggiunto - che si sono registrati sono da addebitare anche a interessi contrastanti che si sono concentrati su Bussi". Fondi "che non sono sufficienti per bonificare l'intero sito", ha ribadito il presidente Chiodi, "ma in questo senso contiamo di avviare una trattativa seria con il governo per trovare una soluzione definitiva che parta dalla messa in sicurezza, che mi sembra ormai cosa fatta, per arrivare alla bonifica dell'intera area interessata dall'inquinamento, compreso la possibilita' di far tornare produttiva un'area importante del pescarese". In questo senso, il sindaco di Bussi ha lanciato un appello, rivolto anche alle forze ambientaliste, a "stare uniti nella richiesta di risorse finanziarie per la bonifica completa e totale dell'area". Ma su questa vicenda, ha concluso Chiodi, "mi sarei aspettato un intervento degli ambientalisti per dire che quella relazione e' del 2007 e che attualmente la situazione non e' come sette anni fa".

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