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Pubblicato il 27/09/2013 22:10

Chiodi: serve un nuovo Patto per la salute

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La video intervista al Presidente della Regione Abruzzo

"E' necessario definire al piu' breve il nuovo Patto per la salute". Lo ha detto il presidente della Regione, Gianni Chiodi, nel corso del confronto pubblico a Bologna su welfare di comunita' con il presidente della Puglia, Nichi Vendola, e il presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. "Il nuovo Patto per la salute - ha aggiunto - non solo consentira' di definire tra governo e sistema della Regioni gli aspetti finanziari e programmatici correlati al Sistema sanitario nazionale, ma costituira' anche lo strumento per migliorare la qualita' dei servizi, per promuovere l'appropriatezza delle prestazioni e per garantire l'unitarieta' del sistema""Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che l'attuale sistema di welfare e' fallito e dobbiamo lavorare per trovare una terza via". Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, parlando a Bologna sul welfare di comunita'. "E' un sistema che e' fallito perche' ha costi insostenibili per i cittadini - ha spiegato Chiodi - e ci siamo resi conto che in queste condizioni i nostri figli non potranno avere il supporto sociale che abbiamo avuto noi. Da qui la necessita' di battere la terza via del welfare di comunita', cioe' di un welfare sostenibile che tenga conto dei mutamenti demografici, dell'allungamento medio della vita e della conclusione del ciclo della risorse pubbliche. Questo nuovo modello - ha sottolineato Chiodi - deve essere sostenibile in modo da diventare sistema di protezione sociale per i nostri figli"

"La terza via o il welfare di comunita' richiede pero' una nuova cultura comunitaria in grado di recepire le novita'", ha quindi insistito il presidente Chiodi nel suo intervento. "E dalle Regioni deve venire uno sforzo di innovazione per non restringere e ridurre i diritti sociali che hanno un costo alto per essere garantiti. Significa capovolgere del tutto l'attuale impostazione culturale basata sull'idea che ha valore primario l'interesse individuale, mentre al resto ci pensa lo Stato. Questo non e' piu' possibile ed e' invece necessario far nascere la cultura comunitaria che implica doveri e impegni che non possono essere delegati o scaricati sulla Stato. Questo e' il welfare che ho in mente io e questo e' il welfare di comunità".

 

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