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Pubblicato il 28/06/2013 13:01

Confronto tra Chiodi e Ranalli a Inopera

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Al meeting di Chieti il Governatore: La crisi è una condizione strutturale che non cambierà nel breve termine

"Oggi voglio fare un esperimento: ribaltare i ruoli e domandarti: tu cos'hai da chiedere a noi imprenditori?". Con questa domanda di Giuseppe Ranalli, presidente di Cdo Abruzzo Molise, al governatore della Regione Gianni Chiodi, si è aperta l'edizione 2013 di InOpera, l'evento dedicato alle relazioni tra imprese, istituzioni ed operatori economici locali. Ranalli, nel prologo al suo intervento ha detto che la politica può incidere "per il 15% se fatta bene, per il 50% se fatta male, sulle scelte economiche". L'intervento ha dato il via a un dialogo intenso al Centro Espositivo della Camera di Commercio di Chieti.

Chiodi ha iniziato la risposta partendo dalla frase scritta sulla maglia di Ranalli: 'La conoscenza crea valore'. "Non è possibile avere opinioni, muovere critiche, elaborare progetti, se non si conosce quello che accade attorno a noi - ha detto Chiodi -  E mi riferisco alla politica, ma soprattutto al reale. Siamo tutti parte di un ecosistema sociale ed economico, ognuno deve fare la sua parte. La responsabilità è di ciascuno di noi: ecco perché tutto deve ripartire dalla persona". L'esperimento lanciato da Ranalli e raccolto da Chiodi centra subito il tema: "L'impresa rinasce dalla persona. La persona rinasce in un incontro", è infatti il filo conduttore di questa edizione di InOpera, che ospita circa cento imprese impegnate in incontri b2b, workshop e interfaccia tra attori economici ed istituzioni. Nel parterre istituzionale anche la senatrice Federica Chiavaroli, l'assessore regionale Mauro Febbo, il consigliere regionale Emilio Nasuti e il presidente della IV Commissione permanente Industria, Nicola Argirò.

Il dialogo si è incentrato poi sulla crisi: "La crisi è una condizione strutturale - dice Chiodi - che non cambierà nel breve termine. Non è solo finanziaria, legata ai titoli tossici americani. Le nostre imprese perdono quote di mercato e le perdono perché hanno costi più alti dei concorrenti, a partire dai costi della manodopera. Non siamo competitivi nello scenario internazionale. Il mercato del lavoro non è flessibile, le tasse sono troppo alte, la spesa pubblica non ci consente di ridurle". 
Ancora Chiodi: "L'Abruzzo non si differenzia dal contesto nazionale, noi alcune asperità le abbiamo anzi vissute prima rispetto al resto del Paese. Il contesto è difficile, ma non possiamo prendere le distanze da quanto accade. Le favole non insegnano che i draghi esistono , le favole sono utili per i bambini perché insegnano ai bambini che i draghi possono essere abbattuti. I nostri tre draghi sono disoccupazione, la rassegnazione, i privilegi, il capitalismo clientelare enormi di alcune caste. Sono questi i draghi che dobbiamo abbattere. Introduco un tema: crescita hard e crescita soft. Oggi tutti parlano di infrastrutture materiali, come se esse soltanto potessero aggredire i mercati. E queste richedono costi altissimi. Ma c'è qualcosa che costa poco, ed ha una ricaduta molto più importante e di lunga durata e immediata. Noi abbiamo bisogno della crescita soft: ricerca, internazionalizzazione. 800 mld di euro di spesa pubblica ed è fatta da quattro voci: stipendi pubblici, previdenza sociale, sanità e gestione del debito, non gli interessi, ma la quota capitale di debito che va restituita assieme agli interessi. Il modello di welfare che abbiamo costruito in Europa oggi è fallito perché cittadini e imprese non possono più sostenerlo. Il momento è difficile, ma non devono essere occasione di divisione. Ciascuno deve fare il suo dovere".

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