Il settore delle costruzioni e' moribondo a causa della burocrazia e della tecnocrazia negli enti locali. Questo l'allarme lanciato a Chieti dalla sede di Confindustria, dove si sono tenuti gli Stati generali dell'edilizia. Un appuntamento aperto all'intero settore, il mondo della costruzioni nelle sue diverse articolazioni, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl, gli Ordini professionali di geometri, architetti ed ingegneri, le associazioni dei consumatori e quelle che raggruppano le imprese artigiane. Dall'inizio della crisi a oggi il settore e' passato da 7.000 lavoratori iscritti alla cassa edile agli attuali 3.000, da 1.350 imprese a 740. Sotto accusa una burocrazia lentissima, tempi esasperanti per il pagamento dei lavori alle imprese da parte degli enti, mancanza di programmazione, fondi pubblici quasi scomparsi. "Le amministrazioni pubbliche fanno finta di non capire, sono infastidite quando andiamo a chiedere cio' che ci e' dovuto, e' diventata una giungla" - ha denunciato il presidente di Confindustria Chieti, Paolo Primavera. Il presidente di Ance Chietinonche' vicepresidente nazionale dell'associazione con delega alle opere pubbliche, Angelo De Cesare, ha invece incentrato il suo intervento su un aspetto che riguarda il mondo delle imprese a Chietie il rapporto con la pubblica amministrazione. "Le imprese chietine non lavorano spesso perche' non vengono invitate, come da esempi che ho fatto del Comune di Chieti- ha detto De Cesare -: si fanno procedure negoziate, il Comune di Chieti non ha un albo di fiducia, non si sa come vengono scelte le imprese che vengono invitate. Spesso, e lo dico per esempio, io che sono anche presidente di questa associazione e rappresento un'impresa storica centocinquantenaria, vengo invitato una volta all'anno a garette di poche decine di migliaia di euro. Poi ci sono le offerte economicamente piu' vantaggiose anche'esse appannaggio costantemente di imprese fuori regione: basta fare un giro per Chieti e vedere che non ci sono cartelli di imprese storiche come di Marzio, Di Cosmo, De Cesare, come Toto e Di Vicenzo ma ci sono cartelli di imprese di Bergamo, di Afragola, di Lecce e quant'altro". "La politica - ha aggiunto De Cesare - dovrebbe intervenire perche' se il nostro motto e' tecnocrazia e burocrazia vuol dire che noi ce l'abbiamo con i tecnocrati e con i burocrati anche perche' la politica dopo quattro-cinque anni e' sottoposta al vaglio del corpo elettorale, purtroppo i tecnocrati i burocrati lo sono senza dover dare conto a nessuno".
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 2
Condividi: