"Se la politica non produce convenienza pubblica o utilita' e' un elemento di arredamento che non genera affatto partecipazione, ma il contrario. Ci vuole il coraggio di usare il potere, soprattutto quando sai che una decisione, se presa, genera diritti ed opportunita'". Cosi' l'ex sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, candidato in pectore alle prossime regionali, nel corso del convegno 'I limiti dell'azione politica - La decisione politica tra esigenze di giustizia normativa e necessita' di giustizia sociale' che si e' svolto a Pescara. All'iniziativa, nel teatro Circus del capoluogo adriatico, davanti ad una platea numerosissima, hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco di Verona, Flavio Tosi, l'ex procuratore capo di Pescara, Nicola Trifuoggi, il questore di Milano, Luigi Savina, il vicario generale della Curia diocesana di Pescara, Vincenzo Amadio. Hanno moderato i lavori il rettore dell'Universita' di Teramo, Luciano D'Amico, e il direttore del quotidiano 'il Centro', Mauro Tedeschini. In platea c'erano rappresentanti del mondo economico ed associazionistico ed esponenti politici di ogni colore. Sottolineando che la societa' "e' piena di casualita' a tutti i livelli, anche nella classe dirigente" e che la stessa classe dirigente "deve avere motivazione", D'Alfonso ha parlato della Pescara di oggi e di quella di ieri, quando lui era il primo cittadino: dal porto, "su cui io avrei fatto il possibile per mantenerlo senza pagare 13 milioni di euro per cio' che vale tre milioni", allo stadio, la cui gara d'appalto fu "bandita senza che ci fosse la copertura finanziaria, sapendo che pero' sarebbe arrivata; se avessi aspettato - ha detto l'ex sindaco - saremmo arrivati ai Giochi del Mediterraneo senza stadio". Ricordando la figura di Remo Gaspari e gli insediamenti industriali arrivati grazie a lui nella Marsica, D'Alfonso si e' soffermato anche sulle opportunita' dell'Abruzzo, sulla burocrazia e sul ruolo della classe dirigente, sottolineando come, di fronte all'opportunita' di nuovi insediamenti, non sia possibile "dire subito di si scrivendo due righe".
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