Una sola e nuova societa' per azioni della Regione Abruzzo per gestire l'edilizia residenziale pubblica in senso esteso, con acquisto, progettazione e costruzione di case popolari per indigenti e non solo, al posto delle cinque aziende esistenti attualmente. E' il significato principale del progetto di legge che riforma profondamente il sistema delle cinque aziende territoriali per l'edilizia residenziale (Ater) abruzzesi presentato per iniziare l'iter in commissione dal nuovo assessore al ramo Donato Di Matteo. Il pdl prevede la nascita dell'Are, Agenzia regionale per l'edilizia, che riunira' in una sola entita' le Ater di Chieti, L'Aquila, Lanciano, Pescara e Teramo. Le cinque realta' sono state spesso al centro delle polemiche per inefficienza soprattutto nelle manutenzioni del patrimonio edilizio, e per problemi finanziari, e anche al centro di inchieste, vedi l'Ater di Chieti, i cui vertici sono stati coinvolti in due inchieste, una su presunte mazzette negli appalti pubblici, l'altra sulle spese pazze della gestione con l'ex direttore, poi rimosso, arrivato a percepire circa 320 mila euro l'anno. Quella che appare una svolta e' contenuta in una proposta in 19 articoli che verra' presto sottoposta al vaglio del Consiglio regionale, secondo quanto si e' appreso nel giro di 2 mesi. L'Are ricalca l'Aret, la vecchia Agenzia regionale per l'edilizia territoriale, soppressa nel 2010 come ente inutile, e le cui competenze sono state passate alle varie Ater. Il presidente della nuova azienda verra' aiutato da un direttore generale e corredato da due consiglieri d'amministrazione, uno nominato dalla Giunta regionale, l'altro dal Consiglio, con i quali il presidente formera' il Cda, in carica per la durata della legislatura regionale, oltre che da un revisore dei conti. Nelle cinque Ater i Cda a tre componenti erano stati tagliati con la nomina di un amministratore unico che, eccetto per L'Aquila, e' stato individuato tra i funzionari regionali. Il personale delle 5 Ater verra' trasferito in blocco all'Are con "assicurata la continuita' del rapporto di lavoro" in base ai contratti collettivi gia' in essere. "Estendere il concetto di social housing", si legge come mission del nuovo ente nella relazione che accompagna la legge, ai soggetti "esclusi per ragioni di reddito" ma che comunque "appaiono meritevoli dell'interesse e della sensibilita' della collettivita'": tra questi, "giovani, studenti, lavoratori dipendenti, famiglie monoreddito". Inoltre, si ipotizza una inedita "fornitura di locali a uso commerciale e non meramente abitativo a tutte le categorie professionali meritevoli di sostegno".
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