"Gli ordigni erano innocui, non volevo fare del male a nessuno. Era solo una messa in scena per attirare l'attenzione sulle problematiche che hanno investito la mia famiglia". Si e' difeso cosi' Roberto Di Santo, il 58enne di Roccamontepiano, rintracciato e bloccato venerdi' scorso a Rosciano dopo dieci giorni di latitanza, durante l'interrogatorio che si è svolto stamani, presso il carcere di Pescara. L'uomo e' accusato di aver piazzato un ordigno incendiario a Cepagatti, di aver dato fuoco alla macchina della sorella davanti al Tribunale di Chieti e di aver appiccato un incendio in una ex casa famiglia, sempre nel chietino.
Questa mattina l'uomo, che si trova rinchiuso nel carcere di Pescara, davanti al gip Luca De Ninis, ha ammesso i fatti che gli vengono contestati. Di Santo, assistito dall'avvocato Alfredo Di Pietro, ha parlato per due ore spiegando i motivi che hanno originato i suoi gesti. L'avvocato Di Pietro ha riferito ai cronisti che il suo assistito e' sereno e che si trova in cella con altre persone con cui ha rapporti tranquilli. Il legale ha aggiunto che Di Santo legge molto, in particolare libri sull'Islam. Di Pietro ha inoltre detto che non intende chiedere la perizia psichiatrica: "bisognera' si' valutare la personalita', ma Di Santo e' una persona che e' esasperata da tutto un vissuto".
L'avvocato ha riferito che si e' opposto al fermo in quanto nell'attuale ordinamento non e' contemplato il reato di tentata strage. Di Pietro ha anche fatto richiesta degli arresti domiciliari. Ora il gip dovra' decidere sulla convalida del fermo e sulla richiesta di misura alternativa.
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E' previsto per questa mattina in carcere a Pescara l'interrogatorio del "bombarolo", il 58enne di Roccamontepiano, rimasto latitante per 10 giorni e bloccato a Rosciano venerdì scorso. Roberto Di Santo è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per i reati di tentata strage e danneggiamenti aggravati a seguito di incendio. Nei giorni scorsi ha prima costruito e piazzato un ordigno incendiario nella casa della sorella in ristrutturazione, a Villanova di Cepagatti, poi ha dato fuoco all'auto della sorella davanti al Tribunale di Chieti e infine ha appiccato un incendio in una ex casa famiglia, sempre nel chietino.
L'uomo era scomparso sin dal primo episodio ma aveva continuato a lasciare dei videomessaggi. Gli ultimi li aveva fatti arrivare all'emittente privata "Rete 8" e uno lo ha consegnato lui stesso, lasciando il cd davanti alla sede della tv. Ieri, quando e' stato rintracciato dai carabinieri a Rosciano, nel pescarese, in un capannone abbandonato, ha chiesto ai militari dell'Arma di avere altri due giorni a disposizione, perchè aveva ulteriori obiettivi da colpire, pur non volendo ferire nessuno. Il sostituto procuratore che si sta occupando del caso è Silvia Santoro, il gip Luca De Ninis.
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