Un breve corteo della marineria e dei balneatori di Pescara, dal porto canale al porto turistico, ha anticipato la convention regionale di Confindustria prevista nel pomeriggio a Pescara. Al centro della protesta, tra l'altro, il mancato dragaggio del porto, chiuso dal mese di febbraio, anche se il ministero delle Infrastrutture ha promosso un bando da circa 14 milioni di euro per duecentomila metri cubi ancora da appaltare.
La marineria, che sta osservando un lungo periodo di fermo, chiede indennizzi e una moratoria da parte del Governo, per superare questo lungo periodo di inattivita' e mancati guadagni. I balneatori, che si sono presentati con la bandiera della Spagna, chiedono di essere tutelati rispetto alla direttiva Bolkestein. Le imprese balneari in Abruzzo sono 700. Le famiglie della marineria sul lastrico 200.
A conclusione della convention, il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, ha raccolto il grido di allarme di marineria e balneatori, preoccupati rispettivamente per il mancato dragaggio del porto cittadino e per la direttiva Bolkestein. Il ministro, "non direttamente competente" per le due questioni, ha detto che riportera' ai ministri competenti "le considerazioni e le esigenze espresse" dalle due categorie per vedere se c'e' la loro "disponibilita'". Al ministro, che era a conoscenza delle due questioni, e' stato consegnato un documento dell'Associazione armatori da parte di Mimmo Grosso ed ha risposto ad una serie di quesiti sulla Bolkestein posti da Riccardo Padovano, della Sib Confcommercio.
Per quanto riguarda la richiesta di anticipo del fermo biologico dal primo gennaio al 15 febbraio, per andare incontro alle necessita' di chi va in mare, il ministro ha spiegato che "va valutata con la Comunita' europea e deve essere appoggiata su basi scientifiche. Il fermo non e' solo funzionale ai pescatori ma anche e soprattutto al recupero della risorsa biologica" - ha osservato. Deve essere fatto secondo una base scientifica solida". E poi ha concluso rispondendo ai giornalisti: "Ci vuole speranza" per Pescara, anzi la citta' "deve avere piu' che speranze, certezze".
Tuttavia non sembra aver soddisfatto il tempo dedicato agli armatori da parte del ministro e degli intervenuti al corteo. I pescatori hanno proseguito nella loro protesta, manifestando tutto il loro dissenso davanti ai politici regionali rimasti ad ascoltare le richieste dichiarandosi "imprigionati nel loro stesso porto".
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 4
Condividi: