Veli Selmanaj, il 46enne kosovaro che ieri sera ha ucciso a Pescina a colpi di pistola l'ex moglie di 45 anni e una delle figlie di 21, doveva gia' rispondere di violenza sessuale. L'udienza preliminare era stata fissata per il prossimo novembre. L'uomo, che in nottata ha confessato il duplice omicidio, avrebbe infatti abusato di due delle sue figlie, tra cui la vittima, sin da quando erano bambine. La conferma arriva dall'avvocato Leonardo Casciere, difensore dei sei figli di Selmanaj. "La povera Senade (la 21enne uccisa), insieme con sua sorella si rivolse a me per denunciare le violenze sessuali che subiva dal padre sin da quando erano piccoline". Una situazione insostenibile che poi aveva spinto la moglie dell'uomo, Fatime Selmanaj, a lasciare il marito. Il fatto fu denunciato alla Procura della Repubblica di Avezzano e si giunse all'incidente probatorio nel quale sarebbe stata riconosciuta la colpevolezza del kosovaro. L'uomo era tornato nella Marsica da qualche mese dopo un periodo di lavoro in Germania. Il duplice femminicidio si e' consumato all'esterno del superdiscount Todis, in localita' Terramozza. Il killer ha atteso che moglie e figlia uscissero dal market dove avevano fatto spesa per poi sparare contro di loro. Da una prima ricognizione sui corpi effettuata dal medico legale Paolo Agnifili, i colpi di pistola hanno attinto le vittime al torace: tre hanno colpito la ragazza e uno la madre. L'uomo, fuggito a bordo della sua Fiat Uno, e' stata rintracciato e bloccato circa mezz'ora dopo dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Avezzano dinanzi ad un bar di Venere di Pescina. La presunta arma del delitto, un revolver di fabbricazione tedesca calibro 12 illegalmente detenuta, e' stata poi rinvenuta e sequestrata all'interno della vettura del kosovaro. Le indagini sono state coordinate direttamente dal comandante provinciale dei carabinieri dell'Aquila, il colonnello Savino Guarino, sotto la direzione dei sostituti procuratori della Repubblica Maurizio Maria Cerrato e Guido Cocco. Le due donne, con regolare permesso di soggiorno in Italia, lavoravano alla Coltor, un'azienda del Fucino per il lavaggio degli ortaggi. Per ora le salme si trovano nell'obitorio dell'ospedale di Avezzano in attesa che i magistrati affidino l'incarico peritale. L'uomo e' rinchiuso nel carcere della stessa citta'. Il sindaco di Pescina, Maurizio Di Nicola, assieme ad alcuni assessori e consiglieri, ha manifestato il cordoglio dell'ammministrazione comunale per questa tragedia
I magistrati titolari dell'inchiesta affideranno al medico legale Paolo Agnifili l'incarico peritale per effetuare l'autopsia sulle due donne che dovrebbe iniziare alle 16 all'ospedale di Avezzano. La notizia si apprende dall'avvocato Davide Baldassare, legale dell'indagato, secondo il quale la separazione in atto e le accuse secondo le quali Selmanaj abusasse delle figlie potrebbero averlo indotto a compiere il duplice delitto in uno stato non coscente. Sempre secondo il legale il kosovaro avrebbe comunque sempre respinto le accuse di abusi sessuali.
Un raptus sarebbe all'origine del duplice omicidio avvenuto ieri sera a Pescina dove Veli Selmanaj, 46enne kosovaro, ha ucciso a colpi di pistola l'ex moglie Fatime di 45 anni e una delle figlie di 21, Senade. E' quanto sostiene il suo legale, l'avvocato Davide Baldassarre. Stando a quanto riferito all'Agi dal professionista, l'uomo avrebbe incontrato le due donne all'esterno del supermercato Todis cercando di chiarire le accuse che da due anni e mezzo gli muovevano, in particolare Senade ed un'altra figlia. Accuse di abusi sessuali che - ha detto l'avvocato - Selmanaj ha sempre respinto tanto che per dimostrare la sua innocenza e l'attaccamento ai figli nell'udienza preliminare gia' fissata al prossimo 28 novembre non aveva alcuna intenzione di patteggiare. La discussione familiare sarebbe poi degenerata e il kosovaro ha estratto la pistola sparando. Selmanaj non ricorda quanti colpi ha esploso e se si sia disfatto di altri proiettili. Il gip del Tribunale di Avezzano aveva emesso nei suoi confronti un provvedimento cautelare di allontanamento dalla famiglia che, ha detto sempre l'avvocato, il suo assistito ha sempre rispettato. Le accuse di abusi sessuali le avrebbe vissute con estrema pesantezza e con il rammarico di non poter vedere i figli piu' piccoli ai quali era molto legato. Uno stato di prostrazione aggravato dalla perdita del posto di lavoro nella Marsica come bracciante agricolo che lo aveva spinto a trasferirsi in Germania in cerca di migliori fortune. Selmanaj era giunto in Italia dopo aver abbandonato il Kosovo insanguinato dalla guerra nella quale aveva perso il padre. Essendo il figlio piu' grande ha dovuto badare ai sui fratelli e a sua madre, invalida. "Qualcuno si prenda cura di lei", ha detto ieri in lacrime ai magistrati di Avezzano che lo interrogavano. Per ora l'uomo e' accusato di duplice omicidio, porto e detenzione abusiva di arma da fuoco. Questi, al momento, i reati che gli vengono contestati nell'atto di incarico peritale. Intanto, mentre le autopsie su mamma e figlia sono ancora in corso, il capo di imputazione potrebbe essere modificato, probabilmente con una serie di aggravanti, in sede di convalida dell'arresto che il gip deve ancora disporre
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