E' ripresa alle prime luci dell'alba l'operazione di bonifica della vasta area intorno alla fabbrica di fuochi d'artificio Di Giacomo, rasa al suolo ieri da un'esplosione. Le forze dell'ordine controllano un'area di qualche chilometro quadrato e impediscono a chiunque di avvicinarsi: durante la notte, infatti, sono stati uditi scoppi di petardi e si sono viste fiammelle nei campi intorno all'area. Le ricerche dei tre dispersi, i fratelli Mauro e Federico Di Giacomo e l'altro parente Roberto, potranno riprendere solo quando la zona sara' messa in sicurezza. Nel frattempo, ieri sera e' stato dimesso dall'ospedale di Penne (PESCARA) l'altro componente della famiglia Giordano, salvatosi miracolosamente riparandosi dentro il bunker di cemento armato della fabbrica.
"Appresa la tragica notizia ho subito telefonato al comandante dei vigili del fuoco di Pescara per sincerarmi delle condizioni di salute dei colleghi coinvolti nell'esplosione di Città Sant'Angelo e per cercare di capire la dinamica. Il comandante mi ha dato notizie sui colleghi e rassicurato che i vigili del fuoco hanno ben operato senza nessun errore. Stiamo andando sul posto per cercare di capire di più sulle cause e per assistere i colleghi, ed esprimiamo profondo cordoglio e ci uniamo al dolore delle famiglie di chi è deceduto e siamo vicini ai feriti, nel frattempo è massima la nostra mobilitazione per la ricerca dei dispersi". Lo rende noto Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato dei vigili del fuoco Conapo. "Fermo restando che le notizie che riceviamo parlano di una fabbrica attentissima a sicurezza e prevenzione - afferma Brizzi - torniamo a ribadire la necessità che il ministero dell'interno disponga preventivi controlli ispettivi a campione da parte dei vigili del fuoco sulle attività lavorative, in adempimento alle normative sulla sicurezza del lavoro, controlli che invece sovente non vengono effettuati a causa della mancanza di direttive, e per la cronica carenza di personale, peraltro in Italia sono numerose le esplosioni accadute in tali tipologie di fabbriche, segno evidente che tanto si deve ancora lavorare sul fronte della prevenzione e dei controlli
E' l'unico testimone oculare e puo' raccontare perche' ha visto fisicamente l'esplosione. Sergio, 66 anni, e' il trattorista di un'azienda agricola che ha i terreni sulle colline prospicienti la fabbrica Di Giacomo e' saltata in aria a Villa Cipressi di Citta' S.Angelo. ''Stavo arando il terreno quando mi sono dovuto fermare e spegnere perche' avevo appena ricevuto una telefonata - inizia il racconto Sergio, ex militare nel genio pionieri dei paracadutisti - stavo proprio guardando in quella direzione, quando all'improvviso si e' scatenato l'inferno. Sotto di me il terreno ha cominciato a sollevarsi, fumo, polvere e un rumore incredibile, ma il ricordo piu' forte e' la pioggia di macerie incandescenti. Tutti gli incendi dei terreni circostanti - prosegue - e' stava dovuta proprio a questi blocchi di cemento o altro materiale che sono caduti sul terreno dopo l'esplosione, come palle di fuoco''.
Photo: Adamo Di Loreto/NurPhoto
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