"Senza cambiamento e nuove politiche sul lavoro credo sia necessario tornare al voto, ma prima bisogna rifare una legge elettorale vera". Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, a margine di un incontro con i delegati abruzzesi del sindacato, in merito alle sfide che attendono il governo Letta sul tema del lavoro. "Noi pensiamo che ci sia bisogno di un governo per cambiare delle cose - ha detto - se questo governo le fa, bene. Noi chiediamo un cambiamento e andiamo in piazza non contro qualcuno ma per chiedere un cambiamento e nuove politiche". "Se questo cambiamento non ci sara' - ha sottolineato - io credo che sia necessario pensare anche di tornare al voto ma prima bisogna rifare una legge elettorale vera".
A proposito del governo Letta che nei giorni scorsi si e' ritirato nell'abbazia di Spineto ha detto: "Non si mettono d'accordo su nulla, non c'e' giorno in cui al di la' delle abbazie non emergano diversita' concrete tra di loro". "Il paese non aveva bisogno di un governo delle larghe intese - ha aggiunto Landini - si sono messe insieme forze politiche che alle elezioni si sono presentate ai cittadini con programmi tra loro diversi. L'esperienza di un governo sostenuto da queste forze politiche l'abbiamo gia' avuta: quella del governo Monti. Io penso che sia stato un disastro per i lavoratori che rappresento e per l'Italia", ha detto Landini.
"Io credo sia una follia che un ministro che ha giurato sulla Costituzione vada in piazza a manifestare contro la magistratura", ha poi affermato commentando la partecipazione del ministro dell'Interno Angelino Alfano alla manifestazione di Brescia organizzata dal Pdl. "In un paese normale chi ha commesso reati deve rispondere di quello che fa e non si puo' manifestare per difendere chi ha evaso il fisco e ha fatto altre cose", ha aggiunto Landini.
Il segretario della Fiom ha affermato, ancora: "Ci sono delle emergenze da affrontare in questo Paese non piu' rinviabili come il rifinanziamento della cassa in deroga e la questione degli esodati: anche per questo la Fiom va in piazza sabato". Per Landini "vanno cambiate le politiche economiche sociali messe in campo dai governi degli ultimi anni che ci hanno portato in questa situazione: non possiamo piu' aspettare, vanno modificate le condizioni che hanno portato alla perdita del posto di lavoro e al peggioramento delle condizioni al punto che oggi chi lavora e' povero", ha sottolineato Landini. "Vogliamo proporre un cambiamento che metta per davvero il lavoro al centro con politiche di riduzione dell'orario di lavoro, il blocco dei licenziamenti e il rilancio di una politica vera di investimenti pubblici e privati - ha detto Landini -. Bisogna combattere le ingiustizie redistributive, mettendo in campo una vera lotta all'evasione fiscale, alla corruzione, alla criminalita' organizzata che ormai sta diventando parte integrante del sistema produttivo italiano".
E infine, a proposito delle strategie della Fiat Landini ha dichiarato: "Francia, Germania, Stati Uniti, Giappone per difendere le proprie produzioni di auto hanno fatto anche investimenti pubblici: tutto questo in Italia non sta avvenendo e rischiamo di diventare uno dei pochi paesi industriali al mondo che non ha piu' un sistema industriale dell'auto". "Il Lingotto apre stabilimenti nel mondo, ma non in Italia. L'anno scorso sono state fatte oltre 50 milioni di ore di cassa integrazione, siamo di fronte al fatto che l'Italia rischia di diventare uno dei pochi paesi industriali al mondo che non ha piu' un sistema industriale dell'auto", ha spiegato Landini. "Non c'e' dunque solo una responsabilita' di Marchionne che secondo me dell'Italia gli interessa il giusto e sta pensando a tutelare gli interessi della famiglia Agnelli spostando le produzioni, ma non c'e' neanche un ruolo del governo in politica industriale", ha concluso Landini, a Pescara per un incontro con i delegati abruzzesi della Fiom.
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