Ogni cittadino sborsa in media al proprio Comune 621 euro l'anno per i tributi, mentre il valore medio pro capite delle entrate correnti comunali accertate a livello nazionale e' pari a 1.012 euro per abitante. E' quanto emerge dai bilanci consuntivi delle amministrazioni per il 2012 diffusi dall'Istat. Nel complesso le entrate accertate dei Comuni ammontano a 77,385 miliardi di euro, in lieve crescita rispetto al 2011 (+0,2%). Le entrate correnti crescono del 5,1%, mentre quelle in conto capitale e le entrate per l'accensione di prestiti diminuiscono, rispettivamente, del 15,9% e del 10,4%. Le entrate complessive riscosse sono pari a 75,004 miliardi di euro, in crescita dell'1,4% rispetto al 2011. Le entrate correnti aumentano del 6,3%, mentre quelle in conto capitale e le entrate per l'accensione di prestiti si riducono, rispettivamente, del 13,9% e dell'8,1%
L'incidenza delle entrate tributarie sul totale delle entrate correnti e' pari al 61,3%, in forte crescita rispetto all'esercizio precedente (58,1% nel 2011). L'incidenza delle entrate extra-tributarie risulta stabile al 21,8%, quella di contributi e trasferimenti scende in misura significativa (16,9%, rispetto al 20,1% nel 2011). Il valore piu' elevato delle entrate tributarie pro capite (pari a 621 euro a livello nazionale) si registra nei comuni della Liguria (922 euro per abitante), quello minimo in quelli del Trentino-Alto Adige/Sudtirol (299 euro per abitante). I comuni delle regioni a statuto ordinario Centro-settentrionali presentano valori superiori al dato medio nazionale, con l'eccezione delle Marche, della Lombardia e del Veneto. I valori sono inferiori alla media nazionale in tutte le regioni a statuto speciale (eccetto la Valle d'Aosta/Valle'e d'Aoste) e quelle a statuto ordinario del Sud, tranne Abruzzo e Campania. Tutti i comuni delle regioni a statuto speciale e quelli di Lazio, Abruzzo, Molise e Basilicata presentano importi superiori al dato medio nazionale. I valori pro capite piu' elevati, infatti, sono relativi alle regioni a statuto speciale, e variano dai 1.035 euro della Valle d'Aosta/Valle'e d'Aoste ai 448 euro della Sicilia; il valore piu' basso si registra in Piemonte (65 euro per abitante).
Quanto alle entrate extra-tributarie, in tutte le regioni meridionali e nei comuni di Marche, Piemonte, Veneto e Umbria i valori pro capite si attestano al di sotto della media nazionale (pari a 221 euro), mentre importi piu' elevati si riscontrano per le restanti regioni. Il valore piu' elevato, pari a 528 euro, si rileva in Trentino-Alto Adige/Sudtirol, mentre quello minimo, di 79 euro, in Puglia. Come negli anni passati, le differenze fra regioni derivano principalmente dalla entita' variabile dei proventi dei servizi prestati, i cui livelli di offerta locale sono molto differenziati tra comuni per quantita', tipologia e forma di gestione. U' La spesa corrente pro capite si attesta su valori superiori alla media nazionale (pari a 910 euro come nel 2011) nei comuni delle regioni a statuto speciale e nelle province autonome, con la sola eccezione della Sicilia e, per quanto riguarda le regioni a statuto ordinario, nei comuni di Lazio, Liguria, Toscana e Abruzzo. In particolare (Prospetto 7), livelli piu' elevati di spesa pro capite si registrano nei comuni della Valle d'Aosta/Valle'e d'Aoste (1.703 euro), seguiti da quelli di Lazio (1.296 euro), Trentino-Alto Adige/Sudtirol (1.277 euro), Liguria (1.148 euro), Friuli-Venezia Giulia (1.129 euro) e Sardegna (1.122 euro). I valori pro capite piu' bassi si riscontrano nei comuni della Puglia (679 euro) e del Veneto (726 euro). Tra il 2011 e il 2012 le spese finali impegnate dai comuni risultano in diminuzione (-3,9%) rispetto all'esercizio precedente. Diminuiscono tutte le funzioni di spesa eccetto quelle relative alla giustizia (+3%) e alla gestione del territorio e dell'ambiente (+1,5%). La riduzione piu' consistente riguarda le spese nel campo della viabilita' e trasporti (-11,7%), seguite da quelle per il settore sportivo e ricreativo (-11%) e dalle spese per la cultura e beni culturali (-9,4%) La funzione di spesa che fa registrare la riduzione minore e' quella della polizia locale (-1,6%). Le differenze territoriali piu' rilevanti emergono in corrispondenza delle funzioni generali di amministrazione, gestione e controllo, che assorbono il 33,6% della spesa finale nelle amministrazioni comunali delle Isole, il 29,3% in quelle del Sud in linea con la media nazionale, il 28,8% nei comuni Nord-occidentali e centrali e, infine, il 28,2% in quelli Nord-orientali. Considerando la spesa impegnata per la gestione del territorio e dell'ambiente, le quote di spesa piu' significative si rilevano nelle regioni del Sud (31,3%), seguite da quelle delle Isole (25,4%). Inferiori appaiono le quote per il Centro (22,1%), per il Nord-ovest (19,1%) e per il Nord-est (14,4%). Tra le rimanenti funzioni, le amministrazioni comunali del Nord-ovest, del Centro e del Sud riservano la percentuale di spesa piu' elevata alla funzione viabilita' e trasporti (rispettivamente, 15,0%, 14,9% e 12,8%), quelle del Nord-est e delle Isole alla funzione del settore sociale (rispettivamente, 17,1% e 14,7%). Nei comuni centrali e meridionali le due funzioni piu' importanti alle quali sono destinate oltre la meta' delle spese finali sono quelle relative all'amministrazione, gestione e controllo e alla gestione del territorio e dell'ambiente (rispettivamente, il 60,6% nel Sud, il 59,0% nelle Isole e il 50,9% nel Centro).
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 1
Condividi: