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Pubblicato il 12/07/2012 05:05

Legge sulla ricostruzione, ultimatum al ministro Barca

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I sindaci pronti alle dimissioni in blocco

 'La legge-Barca sulla ricostruzione deve passare con gli emendamenti proposti, altrimenti riconsegneremo le fasce al prefetto'. Sono sul piede di guerra i sindaci del 'cratere' che, caso quasi unico da tre anni a questa parte, hanno unito le forze con il primo cittadino dell'Aquila, Massimo Cialente, e hanno lanciato un ultimatum che scade domani alle 10.
La stesura definitiva del maxi-emendamento firmato dal ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca scontenta tutti, obiettivo della protesta soprattutto due argomenti: la mancata istituzione degli uffici territoriali dei piccoli comuni, promessa a piu' riprese dal governo, e la questione delle seconde case nelle frazioni del capoluogo e negli altri paesi, la cui riparazione, con il provvedimento in discussione alla Camera dei deputati, e' consentita solo ai residenti nel centro storico dell'Aquila.

«La questione dei due uffici per la ricostruzione è stata chiarita, e dipenderanno dai sindaci - ha detto Cialente - Ma la vicenda delle seconde case è un punto centrale: non ricostruirle sarebbe come non riparare un capannone industriale nell'Emilia terremotata. I borghi del cratere non avrebbero futuro. Bisogna usare lo stesso principio utilizzato nel terremoto di Marche e Umbria». Per il sindaco di Rocca di Mezzo, Emilio Nusca «Gli otto uffici comprensoriali delle aree omogenee sono necessari altrimenti si annulla il lavoro di un anno e si compromette il futuro dei borghi che moriranno dal gennaio 2013. Questo aspetto era nella bozza di emendamento ed era stata concordata con il ministro Barca. Sulle seconde case abbiamo fornito la stima dei costi». 

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