"Un sistema di sostegno pubblico al pluralismo degli organi di informazione e dei media in generale ha ancora una forte ragion d'essere, tanto piu' in un contesto come quello attuale segnato da un calo di vendite e ricavi destinato di per se' a contrarre e/o condizionare gli spazi di pluralismo". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'editoria, Giovanni Legnini, nel corso di un'audizione davanti alla commissione cultura della Camera dei Deputati.
"Informazione - ha aggiunto il sottosegretario - costituisce un 'bene pubblico' che non puo' essere collocato in una dimensione puramente competitiva e commerciale. Lo conferma il fatto che, sia pure in forme diverse (dirette e indirette), il sostegno all'editoria e' ancora largamente presente e diffuso nei Paesi dell'Unione Europea, dove raggiunge nel complesso un livello notevolmente superiore a quello attualmente vigente in Italia".
"E' convincimento tanto diffuso quanto infondato - ha continuato il sottosegretario - che nel nostro Paese esista ancora un regime di aiuti al sistema dell'editoria nazionale generalizzato e finanziariamente rilevante. La realta' e' invece molto diversa da come rappresentata. I grandi giornali di informazione non sono piu' destinatari di alcun contributo diretto e le pre-esistenti agevolazioni tariffarie postali, in parte finanziate dallo Stato, sono state per legge sospese dal 30 marzo 2010 e fino a tutto il 31 dicembre 2013. A tale riguardo - ha concluso Legnini - ritengo che l'accordo attualmente vigente tra Poste Italiane e le Associazione degli Editori costituisca uno strumento valido anche in una prospettiva futura".
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