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Pubblicato il 10/07/2013 00:12

Marchionne: "Continuiamo a credere e a investire in Italia"

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L'amministratore delegato di Fiat nella Sevel in Val di Sangro

"Continuiamo a credere e a investire in Italia". Lo ha detto l'ad Fiat Sergio Marchionne ."Stiamo facendo tutto il possibile per non lasciare i nostri impianti in balia di un mercato europeo in costante declino. Cosi' difendiamo il nostro sistema produttivo e l'ossatura manufatturiera italiana" ha detto ancora Marchionne che ha annunciato che ammontano a oltre 700 milioni di euro gli investimenti alla Sevel in Val di Sangro. L'investimento, pari a circa 700 milioni di euro nell'arco di cinque anni, si legge in una nota del Lingotto, permettera' all'impianto di Sevel, organizzato secondo i principi del World Class Manufacturing, di confermarsi sempre di piu' uno stabilimento automobilistico all'avanguardia nel mondo.li investimenti, di cui 550 milioni di euro provenienti da Fiat-Chrysler e 150 milioni di euro da Psa, includeranno l'inserimento di 60 robot di lastratura, il rinnovo di 25 sistemi di spruzzatura in verniciatura, un nuovo impianto di assemblaggio e la riorganizzazione logistica e predisporranno lo stabilimento per la produzione di una piu' ampia gamma di prodotti al fine di soddisfare le diverse e molteplici esigenze dei clienti e del mercato.

Dal 2004 al 2012 il gruppo Fiat ha investito in Italia 23,5 miliardi di euro per produzione e attivita' di ricerca e sviluppo. Il dato e' stato reso noto da Sergio Marchionne nel corso del suo intervento allo stabilimento Sevel, di Atessa. "A fronte di questo enorme sforzo - ha sottolineato Marchionne - abbiano ricevuto agevolazioni pubbliche, previste dalle norme italiane ed europee, pari a circa 742 milioni di euro. Agevolazioni, peraltro, disponibili a tutte le aziende europee"
Marchionne ha poi lamentato il distacco tra la Fiat e il Paese: "Forse, pero', il ritmo del cambiamento che la Fiat ha seguito e' stato cosi' veloce che in qualche modo ha contribuito ad ampliare la distanza con il Paese. E, a quanto pare, noi non siamo stati in grado di trasmettere agli italiani il senso di questo cambiamento".

 "Se continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo". Cosi' Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, commenta il momento socio-economico dell'Italia e l'atteggiamento da assumere per superare la crisi. "I diritti di tutti, a prescindere dalla categoria sociale di appartenenza, costituiscono la base di una societa' civile. Ma oggi viviamo in un'epoca in cui si parla sempre e solo di diritti".

Marchionne cita "il diritto al posto fisso, al salario garantito, al lavoro sotto casa; il diritto a urlare e sfilare, il diritto a pretendere". 
   "Lasciatemi dire - ha sottolineato l'amministratore delegato della Fiat - che i diritti sono sacrosanti e vanno tutelati. Se, pero', continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo. Perche' questa 'evoluzione della specie' crea una generazione molto piu' debole di quella precedente, senza il coraggio di lottare, ma con la speranza che qualcun altro faccia qualcosa. Una specie di attendismo che e' perverso ed e' involutivo. Per questo - ha detto ancora Marchionne - credo che dobbiamo tornare ad un sano senso del dovere, consapevoli che per avere bisogna anche dare. Bisogna riscoprire il senso e la dignita' dell'impegno, il valore del contributo che ognuno puo' dare al processo di costruzione dell'oggi e soprattutto del domani".

"Questo stabilimento ha una grandissima forza, il fatto che siamo i leader nella classe di questi furgoni in Europa dice molto: tra l'altro lo stiamo usando come un polo per esportare componentistica sia in Nord America che in Sud America perche' c'e' molto lavoro. Sono orgoglioso degli abruzzesi e dello stabilimento". Lo ha detto l'ad di Fiat Sergio Marchionne a margine del discorso tenuto nello stabilimento.

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L'Italia per l'a.d. di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, "ha vissuto al di sopra delle sue possibilita', concentrato ad inseguire ricchezze che diventavano sempre piu' scarse". In questo modo "gli italiani si sono ritrovati con le tasche vuote". Per il manager "l'unico modo per risalire la china e' invertire un ciclo economico avvitato su se stesso e tornare a produrre". 

"Dobbiamo concentrarci sulle iniziative industriali - ha rimarcato - favorirne se possibile di nuove, perche' e' l'unica strada per tornare a generare quella ricchezza che da' ossigeno al Paese. Se le forze politiche e sociali non fanno tutto il possibile per rispettare il primato della produzione, la liberta' conquistata dai nostri padri e dai nostri nonni si asciuga. Si trasforma in rissa tra fazioni e gruppi sociali per spartire le briciole. La Fiat - ha concluso - sta facendo tutto il possibile per contribuire a disegnare un nuovo futuro all'Italia. Ci siamo presi tutti i rischi, senza chiedere soldi o aiuti a nessuno, di investire in un momento cosi' critico"

"L'impegno a risanare la produzione europea e' essenziale: lo sforzo lo stiamo facendo sia con Melfi adesso che con il rilancio dei marchi premium della Fiat, essenziali per completare i processi. E non siamo li': e' un lavoro per cui ci vorra' tempo, in un mercato che e' ancora estremamente debole in Europa. Se quest'anno arriviamo a 1,3 milioni di autovetture in Europa siamo fortunati". Lo ha detto l'ad di Fiat, Sergio Marchionne

 "Io continuo a dire che se riusciamo ad arrivare ad un livello piatto, almeno sappiamo che c'e' una base sotto: io non ancora lo vedo quel livello, spero di vederlo nei prossimi sei mesi", ha aggiunto Marchionne ai cronisti che chiedevano se si vedeva una luce in fondo al tunnel per il mercato dell'auto. "La speranza che abbiamo tutti e' di vedere la luce in fondo al tunnel, ma l'impegno credo bisogna prenderlo non solo a livello europeo, ma anche italiano. Bisogna fare uno sforzo enorme per cercare di muovere questa baracca congelata".

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Lo stabilimento Sevel Val di Sangro, una joint venture paritetica tra Fiat Group Automobiles e Psa-Peugeot Citroen, e' stato inaugurato il 28 novembre 1981 dal presidente della Repubblica Sandro Pertini alla presenza del presidente della Fiat, l'avvocato Giovanni Agnelli. Attualmente, nell'impianto vengono prodotti i veicoli commerciali leggeri Fiat Ducato, Peugeot Boxer e Citroen Jumper. Ad oggi sono oltre 4,5 milioni i veicoli prodotti nello stabilimento, che occupa oltre 6.000 persone, rappresentando la piu' importante realta' industriale dell'Abruzzo. La capacita' produttiva e' di circa 300 mila veicoli all'anno su tre turni lavorativi per cinque giorni alla settimana

"Spero di si', conviene a noi, conviene a loro: abbiamo lanciato un grandissimo progetto piu' di 30 anni fa e abbiamo un grandissimo futuro, c'e' l'interesse ad andare avanti nell'alleanza con Psa". Lo ha detto l'ad di Fiat, Sergio Marchionne, a margine del discorso tenuto in Sevel poco fa per annunciare investimenti per 700 milioni nello stabilimento abruzzese."Questo stabilimento ha una grandissima forza, il fatto che siamo i leader nella classe di questi furgoni in Europa dice molto: tra l'altro lo stiamo usando come un polo per esportare componentistica sia in Nord America che in Sud America perche' c'e' molto lavoro. Sono orgoglioso degli abruzzesi e dello stabilimento". Lo ha detto l'ad di Fiat Sergio Marchionne a margine del discorso tenuto nello stabilimento.

 

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"Prima di avviare qualunque altra iniziativa in Italia, abbiamo bisogno di poter contare sulla certezza di gestione e su un quadro normativo chiaro ed affidabile", ha detto ancora Marchionne.

Riferendosi al duello giudiziario con la Fiom, il manager ha osservato: "Abbiamo bisogno di sapere che gli accordi vengano rispettati, che vengano riconosciute e tutelate la liberta' di contrattazione e la liberta' di fare impresa, come avviene nei Paesi di normale democrazia. Sarei un ingenuo se non sapessi che, come industriale, appartengo ad una categoria cui spesso e' stato fatto carico di aver determinato lacerazioni e contrasti nel tesuto sociale del Paese. Ma gli atti della Fiat, il coraggio che stiamo dimostrando, scommettendo e investendo sull'Italia, sono una prova tangibile del nostro impegno e della nostra forza unificatrice che l'industria puo' rappresentare per il Paese. I nostri lavoratori, quelli gia' rientrati in fabbrica e quelli per i quali stiamo costruendo la possibilita' di farlo, sono un pezzo importante dell'Italia. Sono loro che stiamo cercando di tutelare. Non e' solo vero che la Fiat e' in questo paese da 114 anni, e' vero soprattutto il contrario: da piu' di un secolo c'e' il paese dentro la Fiat. Ci sono le aspirazioni, le qualita' e l'energia del popolo italiano. E' per loro che chiediamo rispetto, che chiediamo certezze".

''Stiamo incontrando molte piu' difficolta' di quelle che non avremmo immaginato, che mettono a serio rischio ogni passo successivo. La sentenza della Consulta aggiunge incertezza', ha spiegato Marchionne. La Fiat accetta la richiesta di incontro avanzata dalla Fiom dopo la pronuncia della Corte Costituzionale sulla rappresentanza sindacale in fabbrica, ma non intende rimettere in discussione gli accordi gia' siglati. "Siamo piu' che disposti ad incontrarli - ha detto Marchionne - tenendo come dato acquisito che non possiamo assolutamente mettere in discussione accordi gia' presi dalla maggioranza. Accordi che peraltro sono stati cruciali nel dare vita a realta' produttive d'eccellenza a livello europeo. Li incontreremo con la speranza che anche loro riconoscano che adesso, in gioco, c'e' la possibilita' di far rinascere un sistema industriale nel Paese. Spero di cuore che questa nuova situazione sia la prima mossa per cambiare quell'immagine che finora abbiamo dato dell'Italia".

"Per ironia della sorte, la modifica dell'articolo 19 introdotta nel 1996 e' stata voluta proprio dalla Fiom che ha appoggiato un referendum popolare promosso da Rifondazione comunista e dai Cobas". La precisazione arriva dall'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, a proposito della sentenza della Consulta sulla rappresentanza sindacale nelle aziende.

"Pare che oggi - ha sottolineato Marchionne - non se lo ricordi piu' nessuno. Tra tutti quelli che hanno commentato la sentenza della Consulta, non ho mai sentito dire che la Fiat ha applicato, con coerenza, una legge che adesso alla Fiom non piace piu'. Anzi, hanno messo noi sotto accusa, dicendo che abbiamo violato la Costituzione, mentre abbiamo solo rispettato una norma in vigore da 17 anni e voluta da chi ora la contesta". Marchionne ha difeso le "scelte coraggiose e di rottura col passato della Fiat", per garantire ai suoi stabilimenti le "condizioni minime di competitivita' rispetto ai concorrenti". "Mi rendo conto che quando si introduce un cambiamento - ha detto ancora Marchionne - non ci si puo' aspettare un consenso unanime. Ma non si fanno gli interessi dei lavoratori difendendo un sistema di relazioni industriali che non e' in grado di garantire che gli accordi stipulati vengano effettivamente applicati".

 

 

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L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, e' entrato nel reparto lastratura dello stabilimento della Sevel in Val di Sangro dove oggi annuncia il nuovo investimento. Ad accoglierlo, disposti su due file in tuta bianca e grigia e con macchine fotografiche, gli operai dello stabilimento che lo hanno applaudito.
Tra i presenti accanto a Marchionne i vertici della Regione Abruzzo, il presidente Gianni Chiodi, il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, il prefetto di Chieti, Fulvio Rocco De Marinis e l'arcivescovo di Chieti, mons. Bruno Forte. Prima dell'incontro con i dipendenti Sevel il numero uno Fiat ha avuto un incontro con il governatore Chiodi. Lo stabilimento conta 6.200 dipendenti e 4 mila occupati nell'indotto. Dall'81 produce il Ducato

 

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