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Pubblicato il 10/07/2012 20:08

Pescara in provincia di Chieti, polemica al calor bianco

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Dal capoluogo adriatico partono strali verso il presidente della provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio

Un diluvio di dichiarazioni hanno fatto seguito alle affermazioni del presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio che ipotizzava l'imminente fusione delle province di Chieti e Pescara, a seguito della riduzione degli enti fissata dal governo Monti. 

Le dichiarazioni hanno svegliato i campanilismi sopiti ma sempre pronti a riemergere, come accaduto di recente per altre vicende. 

Tra insulti e slogan neroverdi e biancoazzurri sui muri delle due citta', quella che sembra una eterna disputa, probabilmente, trova le sue origini nel lontano 1927, quando, anche grazie all'impegno di Gabriele d'Annunzio e all'allora ministro abruzzese Giacomo Acerbo, Pescara Portanuova e Castellammare Adriatico si fusero in un unico comune, ovvero l'attuale capoluogo adriatico, e alcune zone delle province di Chieti e Teramo furono 'ritagliate' per dar vita alla provincia di Pescara. 

L'affondo di Mascia che ha aperto il dibattito

“Pescara in provincia di Chieti? E' una vendetta consumata nel tempo che non ha fondamento”. Non usa mezzi termini il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, nel replicare al presidente della Provincia di Chieti, nonché presidente regionale Unione Italiana Province, Enrico Di Giuseppantonio, secondo il quale sarebbe questo lo sbocco inevitabile dopo la soppressione di alcune Province prevista dal governo nell'ambito della spending review.

“Pescara è una città con radici lontane nel tempo” dice Mascia, pronto a mandare a Di Giuseppantonio un libro “con mia dedica personale, dello storico Licio Di Biase, che è anche suo compagno di partito. In centinaia di pagine è scritta, spiegata e raccontata la storia di Pescara. Pescara - ha concluso Mascia - che ha fondato la sua fortuna guardando sempre avanti e andando oltre localismi e campanilismi che ne hanno fatto una grande e moderna città” 

“Dal presidente della Provincia di Chieti - ha detto Mascia in conferenza stampa - c'é stata una vera e propria aggressione mediatica, inaccettabile anche nel tono, e che noi rispediamo al mittente. Sono sempre stato contro i campanilismi che non fanno certo crescere la nostra regione. Ma in questo caso sentir dire queste cose da un politico come lui non è una cosa bella, come non è bello sentir parlare di Pescara come di città solo del commercio e del terziario”.

 

 

La posizione del Pd di Pescara

 

'Al presidente dell'Upi Abruzzo dovrebbe competere il ruolo di difendere tutte le Province della nostra regione e d'Italia e non solo quella nella quale e' stato eletto presidente'. Con queste parole il capogruppo Pd alla Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, e' intervenuto in seguito alle dichiarazioni del Presidente della Provincia di Chieti, nonche' presidente Upi Abruzzo, Enrico Di Giuseppantonio sull'eventuale accorpamento di Pescara e Chieti.

'E' abbastanza evidente l'interessamento di Di Giuseppantonio sulla provincia di Chieti, abusando del ruolo che, in realtà, dovrebbe svolgere per tutte le province abruzzesi. La riflessione andrebbe, invece, posta in termini non solo territoriali, ma di concentrazione di popolazione e di economie che si creano intorno alle province che dovrebbero essere accorpate'.

Per il Pd 'è auspicabile che si attivi un tavolo ristretto, affinche' non accada quanto accaduto lo scorso anno con la legge sui piccoli Comuni, che inizialmente sembrava trovare il favore di tutti e, invece, si e' rivelata una legge errata. Prima di decidere quale provincia debba chiudere, bisogna valutare tutte le circostanze. Farebbe bene il presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa a coinvolgere in fretta tutti i consiglieri pescaresi'.

 

L'attacco del presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa

"Non è mai esistita e mai esisterà una subalternità di Pescara a Chieti. Sono due territori diversi, con due storie diverse e uno sviluppo a velocità differenti tanto che oggi Pescara è definita da tutti il capoluogo economico della regione Abruzzo, senza voler scippare il titolo a nessuno. E per il futuro è auspicabile mantenere questa centralità".

Lo dice il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, commentando le dichiarazioni del presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppentonio, in relazione all'accorpamento degli enti di cui si sta discutendo a livello nazionale.

"Il mio collega si appella ai criteri numerici che il Governo Monti intende prendere in considerazi one per ridurre le Province - sottolinea Testa. Come ho già commentato nei giorni scorsi questi parametri sono risibili, e basti pensare al dato della popolazione: la provincia di Pescara assorbe ogni giorno cittadini che arrivano da altri territori e in estate le presenze si moltiplicano in maniera considerevole, per cui torno ad auspicare che si pensi a criteri più rispondenti alla realtà, per non dire più ragionati e intelligenti".

Testa fa riferimento anche all'aspetto delle spese da ridurre. "I costi della pubblica amministrazione vanno tagliati senza alcun dubbio, dice. I servizi di Province attigue possono essere accorpati senza campanilismi e stupide battaglie legate al territorio, ma a parte questi sacrosanti principi non si può ignorare che oggi Pescara - con i territori limitrofi - è un centro propulsivo, un polo attrattivo non solo a livello regionale, dispone di infrastrutture di prim'ordine, ha un ospedale che molti raggiungono anche da fuori Abruzzo. Di certo questa provincia non può essere relegata a periferia di Chieti, senza offesa per Chieti e per chi risiede in quell'area.

La storia ha dimostrato che come territorio abbiamo corso più di altri per conquistarci un posto in primo piano, a cui non vogliamo rinunciare. Torno a chiedere a tutti - conclude Testa - una discussione ragionata, evitando boutade estive che alimentano solo le polemiche".


L'attacco di Licio Di Biase

“Sono arrabbiato per la posizione presa da Enrico Di Giuseppantonio. Pescara è stata uno dei quattro approdi principali sull'Adriatico. Peraltro lui dovrebbe avere già letto il mio libro 'La grande storia. Pescara-Castellamare dalle origini al XX secolò, gliel'ho mandato io stesso”. Così Licio Di Biase, consigliere comunale Udc delegato alla valorizzazione del patrimonio storico di Pescara, commenta l'ipotesi di inglobare il capoluogo adriatico nella Provincia di Chieti, avanzata dal presidente, Enrico Di Giuseppantonio, suo compagno di partito. “Sto lavorando da tempo a una nota, che diffonderò a breve, con cui intendo rilanciare il concetto di capoluogo. Rivedere il numero delle Province è l'opportunità per verificare l'articolazione dei Comuni, per valutare l'eventuale unione di Pescara con Montesilvano e Spoltore e anche per ragionare sul capoluogo di regione”.

La replica del sindaco Mascia a Di Giuseppantonio, per Di Biase, è dunque un ulteriore segno che 'abbiamo acquisito consapevolezza di avere una storia’.

 Federica Chiavaroli e Lorenzo Sospiri:  Pescara è la capitale economica d'Abruzzo

Altra risposta a Di Giuseppantonio è arrivata dalla coppia Chiavaroli-Sospiri . “Pescara è la capitale economica d'Abruzzo”, e “Guerino Testa al posto di incerti proclami ha scelto la via della riflessione, che in questo caso deve essere più che mai ponderata”, dicono i due consiglieri regionali Pdl. “Visto il pressapochismo con cui il presidente Di Giuseppantonio continua ad affrontare un tema così delicato come quello della presunta fusione delle Province di Chieti e Pescara, è necessario sgombrare il campo da un equivoco di fondo: la Province sono utili o no? Se la risposta è sì non ha senso chiuderne alcune e non altre. E comunque la decisione spetta al Governo. Secondo punto: un centro di interesse provinciale lo si sceglie non per ciò che accadeva duemila anni fa, ma per l'interesse attuale. E certamente Pescara è la capitale economica d'Abruzzo ed il maggior centro di richiamo. C'é anche un terzo punto: 'Sotto l'aspetto logistico è evidente che Pescara sia meglio collocata rispetto a Chieti. E inoltre 'se il presidente di Giuseppantonio vorrà affrontare la questione con la necessaria obiettività e serietà, dovrà ammettere che tutta la costa teatina, e non solo, nutre maggiore simpatia per Pescara, che per lui”.

Acerbo: rianimati conflitti campanilistici

“Le dichiarazioni di Enrico Di Giuseppantonio servono solo a seminare discordia e a rianimare conflitti campanilistici già rinfocolati recentemente dalle demenziali uscite del sindaco di Chietì. Lo scrive in una nota il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo che propone in primis di evitare 'il riproporsi di conflitti campanilistici”, e poi rincalza dicendo che “anche in questo campo il centrodestra - di cui fa parte a tutti gli effetti l'UDC in Abruzzo - si dimostra incapace di affrontare i problemi con un'ottica che guardi al futuro”.

La precisazione di Enrico Di Giuseppantonio dopo le polemiche

Nel turbine delle polemiche il presidente della provincia di Chieti ribatte che 'Non decido io - mette le mani avanti - la soppressione e l'eventuale fusione delle Province. Ma al mio posto Mascia avrebbe detto le stesse cose'.

Di Giuseppantonio insiste spiegando che 'qualsiasi Sindaco o Presidente di Provincia avrebbe detto le stesse cose. Ed e' naturale che io auspichi una soluzione di questo tipo, anche se non toccherà a me prendere una decisione ma sarà il Consiglio delle Autonomie Locali della Regione Abruzzo che delibererà riduzioni e accorpamenti. Piuttosto è sconcertante sentir parlare di vendetta. E da parte di chi, poi?'.

Al primo cittadino di Pescara Luigi Albore Mascia dice poi: 'Premesso che in base all'art. 17 del Decreto che fissa i criteri per riduzione ed accorpamenti in Abruzzo potrebbe restare addirittura una sola Provincia, riconosco non da oggi a Pescara il ruolo di vero e proprio capoluogo e motore economico, sociale e culturale di questa regione, né' ho mai pensato di sminuire la sua storia - prosegue il Presidente Di Giuseppantonio - Credo che altrettanto si possa dire di Chieti quanto alla sua vocazione di città culturale e caratterizzata dalla presenza di numerosi uffici, oltre che da una storia ultramillenaria. Peraltro, sin dalla scorsa estate, con il collega Guerino Testa abbiamo avanzato una ipotesi di fusione dei servizi fra le due Province nell'ottica di ridurre ulteriormente le spese. E comunque non voglio polemizzare, credo che la mia moderazione sia nota, e mi fa francamente sorridere l'accusa di campanilismo: accetto con simpatia il libro che Mascia ha voluto donarmi, e che l'amico Licio Di Biase non mi ha mai regalato, e prometto che lo leggerò con attenzione. Per il resto, con o senza la fusione, continuerò ad occuparmi dei tanti problemi che affliggono la mia Provincia e che fra tagli e tasse rischiano solo di aggravarsi'.  

 

 

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