Il caporalmaggiore Salvatore Parolisi e' stato condannato all'ergastolo per l'omicidio della moglie Melania Rea. La sentenza, emessa con il rito abbreviato, e' stata emessa dal gup Marina Tommolini dopo circa tre ore di camera di consiglio. Gli avvocati dell'imputato avevano chiesto l'assoluzione con formula piena. Parolisi era stato arrestato una prima volta a seguito di un provvedimento di custodia cautelare emesso il 18 luglio 2011, quando la competenza sulle indagini era ancora della Procura di Ascoli Piceno. Successivamente fu raggiunto, il 2 agosto dello stesso anno, da analoga misura restrittiva emessa dal gip di Teramo Giovanni Cirillo. Da allora e' detenuto nel carcere 'Castrogno' del capoluogo.
Il giudice Tommolini ha anche disposto una provvisionale di un milione di euro a favore della figlia e 500 mila euro ciascuno per i genitori di Melania. Confermate tutte le accuse dei Pm a carico di Parolisi che doveva rispondere di omicidio pluriaggravato dalla minorata difesa vilipendio e deturpamento di cadavere. Con il rito abbreviato il caporalmaggiore e' stato condannato all'ergastolo senza isolamento diurno. Per quanto riguarda le pene accessorie il giudice Tommolini ha disposto l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e l'interdizione perpetua della potesta' genitoriale. Parolisi non era in aula alla lettura del dispositivo. Quando e' arrivato e ha saputo della condanna gli hanno chiesto se voleva che venisse riletto: ha risposto di no.
"Siamo abituati a fare lavoro difficile. Ora aspettiamo con ansia la decisione del giudice perche' vogliamo leggere le motivazioni per vedere come sono state superate le nostre obiezioni. Parolisi era dispiaciuto, ha ribadito fortemente la sua innocenza dobbiamo avere la testa alta nel bene e nel male, queste situazioni vanno affrontate". Lo ha detto Walter Biscotti, uno dei legali di Salvatore Parolisi secondo il quale "il giudice era commosso, non era tranquillo al momento della lettura del dispositivo della sentenza"
"Siamo soddisfatti da questa sentenza perche' Melania ha avuto giustizia. Lo ha detto Michele Rea, fratello della vittima. Tuttavia, ha aggiunto, "non siamo contenti perche' si tratta del papa' di nostra nipote e del marito di Melania. Come famiglia ne usciamo sconfitti. Non ci sono vincitori. Volevamo incontrare Salvatore per vedere la sua reazione a questo profondo dolore che ha provocato alla nostra famiglia", ma lui non c'era.
"Vogliamo che Salvatore ascolti il dispositivo della sentenza". Lo ha chiesto al giudice Gennaro Rea, papa' di Melania. Parolisi e' rimasto in uno stanzino attiguo senza entrare in aula e non ha voluto che venisse riletto.
"Bisogna andare avanti, perche' io non ho ucciso nessuno. Avvocato: dobbiamo andare avanti!". Sono le parole che salvatore Parolisi ha detto al suo legale Walter Biscotti dopo aver appreso di essere stato condannato al'ergastolo per l'omicidio della moglie Melania Rea. E' stato lo stesso Biscotti a riferirle questa sera nel corso di un collegamento con lo studio della trasmissione televisiva 'Quarto Grado', su Rete 4. "Non ci aspettavamo una sentenza in questi termini. Sapevamo che questo processo poteva concludersi o con un'assoluzione o con un ergastolo. Non potevano esserci vie di mezzo. Non ci lasciamo impressionare da una sentenza sfavorevole. Siamo abituati a combattere. Le sentenze che non ci piacciono, le impugniamo", ha detto il legale.
"Non e' sicuramente una sentenza giusta - ha detto ancora Biscotti -, perche' abbiamo cercato di mettere in evidenza quelle che sono state le mancanze del quadro accusatorio. Siamo convinti che il giudice avra' difficolta' a superarle, perche' i dati erano inoppugnabili su tutti i punti della discussione del pubblico ministero. C'e' stata una dialettica processuale aspra, ma sempre contenuta nel rispetto dei ruoli processuali". L'avvocato ha poi denunciato: "I consulenti del pm hanno distrutto le prove. Ad esempio il contenuto gastrico (della vittima, ndr), che era necessario per stabilire l'ora della morte, e' stato distrutto una volta analizzato. Alcuni reperti dei Ris che sono stati analizzati come ipotesi intermedie, dopo essere stati analizzati e valutati, sono stati distrutti. Tutto questo e' agli atti. La giustificazione della distruzione di questi reperti - ha spiegato Biscotti - sta nel fatto che esiste una sorta di consuetudine e addirittura una bozza di progetto di legge del 4 giugno, dove si ipotizza che si puo' fare in questo modo. Questo non lo dico io, lo dicono i Ris"
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Il gup del Tribunale di Teramo, Marima Tommolini, si e' ritirata poco fa in Camera di Consiglio. La sentenza e' attesa intorno alle 19.30.
L'udienza e' stata sospesa dopo le repliche del pm Davide Rosati e dell'avvocato di parte civile Mauro Gionni alle conclusioni degli avvocati di Salvatore Parolisi, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile. L'accusa ha chiesto l'ergastolo per Parolisi, unico imputato dell'omicidio di Melania Rea e del vilipendio di cadavere della donna, uccisa con 35 coltellate il 18 aprile 2011 a Ripe di Civitella (Teramo). La difesa ha chiesto l'assoluzione per non aver commesso il fatto
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Salvatore Parolisi e' arrivato al tribunale di Teramo, dove tra poco inizierà l'udienza che lo vede sul banco degli imputati per l'omicidio della moglie Melania Rea. Parolisi e' stato fatto scendere da un cellulare della Polizia Penitenziaria all'interno del parcheggio del tribunale per poi avviarsi a piedi verso il retro accompagnato da 4 agenti.
L'udienza si terrá a porte chiuse nell'aula Falcone e Borsellino, davanti il gup Marina Tommolini.
Stamane, il processo iniziera' con l'arringa difensiva di Parolisi affidata agli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile. Poi voce alla replica della procura, infine il gup si ritirera' in camera di consiglio per la sentenza. I pm titolari dell'inchiesta, Greta Aloisi e Davide Rosati, hanno chiesto l'ergastolo per il sottufficiale, la difesa concludera' chiedendo l'assoluzione per l'imputato, mentre le parti civili - concordando con la richiesta dei pm - hanno formulato richiesta di danni per oltre 5milioni di euro. La famiglia Rea sara' presente in aula, non ci sara' la mamma di Melania a casa con la figlioletta di Parolisi. I difensori del caporalmaggiore punteranno sull'inesistenza di prove certe di colpevolezza in questa ultima udienza in cui il loro assistito verra' processato secondo il rito abbreviato.
L'avvocato di Salvatore Parolisi, Valter Biscotti, ha chiesto l'assoluzione piena per il caporalmaggiore accusato dell'omicidio della moglie Melania Rea per non aver commesso il fatto. Lo ha detto lo stesso Biscotti ai cronisti che lo attendevano fuori dall'aula Falcone e Borsellino dove si sta tenendo l'udienza a porte chiuse sulla vicenda dell'omicidio di Melania Rea, che vede unico imputato il marito Salvatore Parolisi. Le conclusioni della difesa sono andate avanti per circa 5 ore: prima ha preso la parola l'avvocato Nicodemo Gentile e a seguire, dopo una breve pausa, ha concluso Valter Biscotti con la richiesta di assoluzione. Parolisi assiste all'udienza impassibile, senza mostrare emozioni particolari, secondo i parenti di Melania che stanno assistendo all'udienza. Ora ci saranno le repliche della Procura di Teramo con il pm Davide Rosati e dell'avvocato di parte civile Mauro Gionni.
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A un anno e mezzo dal delitto, del 18 aprile del 2011, si sapra' se ad uccidere Melania Rea e' stato il marito, il caporalmaggiore dell'Esercito addestratore di reclute donne, Salvatore Parolisi. La sentenza del processo di primo grado con il rito abbreviato e' attesa nella tarda serata del 26 ottobre.
Parolisi rischia il carcere a vita.
Un anno e mezzo di indagini condensati in una camera di consiglio di un pomeriggio: da un lato le teorie dell'assassinio d'impeto, nel boschetto di Ripe, le bugie della scampagnata sul pianoro di Colle San Marco e sul rapporto con la sua ex amante; dall'altro la decisione nel ritenere nullo il castello di indizi, l'assenza di riscontri oggettivi che possano vestirli addosso a Parolisi, l'incertezza delle perizie.
Stamattina la difesa continuera' la sua arringa, con le conclusioni dell'avvocato Nicodemo Gentile e poi quella di Valter Biscotti. In caso di repliche concesse, il gip Tommolini dovrebbe ritirarsi nel primo pomeriggio.
Pesante la richiesta della procura di Teramo: ergastolo e senza attenuanti e, anzi, con aggravanti, nei confronti del caporalmaggiore accusato di aver ucciso con 35 coltellate la moglie Melania Rea il 18 aprile 2011 nel bosco di Ripe di Civitella, nel teramano, in Abruzzo.
Secondo l'accusa, nella parte della requisitoria condotta dalla Aloisi, Salvatore Parolisi avrebbe ucciso la moglie nel bosco di Ripe di Civitella e non si sarebbe mai recato sul pianoro di San Marco, nelle Marche, sotto Ascoli Piceno, da dove parti' la vicenda con la denuncia, considerata un depistaggio di Parolisi, che sostenne che subito dopo l'ora di pranzo di quel 18 aprile la moglie spari' dopo essersi allontanata da lui e dalla figlia per andare alla toilette.
E' colpevole, Parolisi, secondo l'accusa, perche' nessun testimone dei 50 rintracciati lo ha mai visto con la famiglia in quelle ore indicate da Parolisi sul pianoro di San Marco.Perche' Parolisi era a Ripe di Civitella dove con 35 coltellate ha ucciso la madre di sua figlia.
Ecco le tappe principali della vicenda di Melania Rea: - 18 aprile 2011: Carmela Rea, detta Melania, 'Mela' per le amiche, 29 anni da compiere il 24 maggio, esce dalla casa di Folignano con il marito Salvatore Parolisi, 30 anni, caporalmaggiore del Rav Piceno, e la loro figlioletta di 18 mesi, per fare delle visite mediche. Non vi farà piú rientro. Quel giorno, intorno alle 13:30, parla con la madre poi con il marito e la bimba si dirige verso Colle San Marco, dove - ‚ la versione del marito - sarebbero arrivati dopo le 14:10. Parolisi racconta di averla vista allontanarsi per andare alla toilette del ristorante 'Il Cacciatore', ma nessun testimone confermerà che la donna quel pomeriggio era davvero a Colle San Marco. Un'amica la chiama inutilmente al cellulare alle 14:40. Alle 15:26 la prima chiamata del marito, rimasta senza risposta. Alle 15:30 l'uomo dà l'allarme: "Me l'hanno presa". Secondo l'accusa la coppia, con la bambina in auto, si dirige subito, invece, verso Ripe di Civitella, dove Melania, intorno alle 14:30, viene uccisa dopo essere stata aggredita alle spalle dal suo assassino.
- 19 aprile 2011: Il padre Gennaro Rea rivolge un appello in Tv.
Il marito non partecipa alle ricerche, ma rimane in caserma, dove (si scoprirà poi) cancella il profilo su Facebook con il quale chattava con l'amante, la soldatessa Ludovica.
- 20 aprile 2011: Un anonimo telefona da una cabina del centro di Teramo: c'‚ un corpo nel Bosco delle Casermette. E' Melania.
- 16 maggio 2011: Duemila persone partecipano ai funerali di Melania a Somma Vesuviana.
- 19 luglio 2011: Salvatore Parolisi viene arrestato.
Contestualmente l'inchiesta passa a Teramo per competenza territoriale.
- 2 agosto 2011: Il gip di Teramo Giovanni Cirillo conferma l' arresto di Parolisi.
- 23 agosto 2011: Il Riesame respinge istanza di scarcerazione, perch‚ "gravi indizi di colpevolezza emergono dagli atti processuali". Parolisi resta in carcere.
- 28 novembre 2011: La Corte di Cassazione conferma l'ordinanza di custodia cautelare in carcere del tribunale del riesame dell'Aquila.
- 12 gennaio 2012: Il Gup dà l'ok al rito abbreviato per Salvatore Parolisi.
- 27 febbraio 2012: Inizio del processo - 19 ottobre 2012: i pm di Teramo chiedono l'ergastolo senza attenuanti per Salvatore Parolisi.
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