La Corte d'Assise ha deciso di sospendere le udienze del processo per la Megadiscarica di veleni della Montedison accogliendo la richiesta di remissione formulata dai legali della difesa. La Corte inviera' l'incartamento presentato alla Cassazione che dovra' quindi stabilire se sussistono le condizioni o meno affinche' il processo resti a Chieti o venga spostato in altra sede come chiede la Montedison. Secondo quanto si e' appreso la decisione potrebbe arrivare entro tre mesi.
Dopo la ricusazione del presidente del collegio Geremia Spiniello, decisa dalla Corte d'Appello dell'Aquila, con la conseguente nomina di un nuovo presidente e l'annullamento di della prima parte della requisitoria dei pm, c'è stata la richiesta di remissione dell'intera Corte d'Assise di Chieti. L'offensiva dei legali della difesa al processo punta a portare via da Chieti l'intero procedimento, perche', questa e' la tesi, l'ambiente e' surriscaldato e si registrerebbe il coinvolgimento emotivo e ambientale che pregiudicherebbe la giusta obiettivita' del collegio. Spiniello e' 'saltato' perche' in una intervista ha detto che "il territorio avra' giustizia". Secondo i legali della Montedison tutto il collegio e' in qualche modo 'coinvolto' dai fatti, perche' si tratta di persone, ancorche' giudici togati o popolari, che vivono nella zona contaminata. La difesa quindi prova a duplicare un risultato gia' acquisito con lo scivolone di Spiniello. Il primo risultato e' che le udienze sono state sospese: la Corte d'Assise ha disposto che la richiesta di remissione venga inviata alla Corte di Cassazione per la decisione sull'eventuale spostamento del processo. La Cassazione, a quanto si e' appreso, si prendera' almeno tre mesi di tempo per dare una risposta, ma come hanno avvertito i legali della parti civili, la prescrizione in pratica non esiste - per il reato di avvelenamento delle acque e' di 20 anni - e quindi "l'accertamento processuale dei fatti e' ineludibile per chiunque: il processo comunque si dovra' celebrare e sara' celebrato fino alla decisione'', come ha detto l'avvocato Navarra del Wwf. Ma nessuno e' stato colto di sorpresa dalla richiesta della difesa. Nella partita a scacchi tra accusa e difensori, non solo giuridica ma anche mediatica, la Procura di Pescara in aula oggi ha infatti spiegato che, citando Manzoni: "E' chiaro, questo processo non s'ha da fare ne' domani ne' mai". Dura anche la reazione delle parti civili, associazioni e comuni della val Pescara, che hanno infatti accusato la Montedison "paventando una presunta situazione ambientale tale da poter pregiudicare la serenita' del giudizio", di provare "a fuggire dal processo, ben consapevole della forza poderosa dell'accusa e dell'inconsistenza oggettiva anche dal punto di vista scientifico dei propri argomenti difensivi. Non potendo negare l'evidenza dei gravissimi fatti loro contestati, le difese Edison cercano di sfuggire al giudizio"
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Il corposo ricorso chiede che il processo vada via da Chieti e venga assegnato ad altro giudice. A decidere se accogliere l'istanza sara' la Corte di Cassazione. L'istanza, alla quale sono allegati molti articoli di giornale, si basa sulla tesi che anche i giudici popolari possano essere emotivamente coinvolti nella vicenda. Il tutto il giorno dopo che la Corte d'appello dell'Aquila ha accettato la richiesta dei difensori di ricusare il presidente della Corte Geremia Spiniello che in un'intervista aveva affermato di voler fare 'giustizia per il territorio'. La Corte ieri nel far decadere Spiniello ha indicato come nuovo presidente del collegio della Corte d'appello il giudice di sezione a Chieti, Romandini. In tarda mattinata alla ripresa dell'udienza il collegio dovra' decidere se inviare o meno l'istanza alla Corte di Cassazione, ma anche secondo i legali di parte civile l'esito e' scontato e la domanda andra' a Roma.
Non e' stata colta di sorpresa la Procura di Pescara dalla richiesta di rimessione del collegio giudicante presentata dalle difese: a confermare la strategia difensiva e' infatti l'articolata richiesta e il lungo lavoro delle difese che non puo' essere stato fatto nelle ultime 24 ore, cioe' dopo che la Corte d'appello ha ricusato ieri il giudice Geremia Spiniello. Quando hanno preso la parola in aula, infatti, i pm hanno detto citando Manzoni: il significato e' chiaro, questo processo non s'ha da fare ne' domani ne' mai.
"Discarica di Bussi, Ilva di Taranto e Terra dei Fuochi: disastri ambientali di diversa tipologia ma tutti egualmente nocivi per la salute e per l'ambiente, sottaciuti alla popolazione da chi ne era perfettamente a conoscenza". Lo ha detto don Maurizio Patriciello questa mattina nel corso del Primo concorso medico nazionale "Citta' di Sulmona", dedicato all'inquinamento della catena alimentare. Sul caso di Bussi il sacerdote, ha poi aggiunto "Hanno fatto bere alla popolazione sostanze chimiche, sapendo quello che stavano facendo. Dobbiamo comprendere che l'inquinamento ambientale riguarda tutti noi. E' necessario spezzare il sistema, perche' se muore l'ambiente moriamo anche noi". "Anche se a questo punto non dobbiamo parlare piu' di inquinamento ma di tradimento", ha proseguito don Maurizio. "Mi riferisco alla politica che ha sempre rassicurato tutti permettendo un simile scempio. Anche loro hanno precise responsabilita' nei confronti della popolazione e dei figli". "E' assurdo", ha proseguito don Patriciello, spostando l'attenzione in Campania e sulla camorra, "quello che sta avvenendo nella terra dei Fuochi, dove in base alle ultime normative, viene arrestato chi brucia i rifiuti e non chi li interra. Si punisce la manovalanza e non i mandanti. Da tante parti ci dicono che stiamo facendo allarmismo - ha concluso - ci sono tanti casi di tumore, ma le dobbiamo dire o no queste cose?? Dobbiamo spezzare questo sistema. Se muore l'ambiente muore l'uomo. Se un'industria non e' capace di prevedere lo smaltimento dei rifiuti, e' un'industria che deve chiudere. Non si puo' continuare a produrre per i ricchi uccidendo il territorio e la salute di tutti".
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''La difesa degli imputati Edison ha chiesto, oggi, la rimessione del processo ad altro Giudice, paventando una presunta situazione ambientale tale da poter pregiudicare la serenita' del giudizio. E' del tutto evidente che la difesa, come in altri casi celebri, sta provando a fuggire dal processo, ben consapevole della forza poderosa dell'accusa e dell'inconsistenza oggettiva anche dal punto di vista scientifico dei propri argomenti difensivi. Non potendo negare l'evidenza dei gravissimi fatti loro contestati, le difese Edison cercano di sfuggire al giudizio''. Lo affermano in una nota congiunta alcune delle parti civili nel processo per le discariche di Bussi ovvero l'Avvocatura dello Stato per il Ministero dell'Ambiente, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissario delegato, la Regione Abruzzo, i Comuni di Pescara, Chieti, Spoltore, Popoli, Castiglione a Casauria, Alanno, Tocco da Casauria, Bussi, Torre de' Passeri, Solvay s.a. Solvay Specialty Polimers s.p.a. Solvay Chimica Bussi s.p.a. e l'associazione Codici Abruzzo, a proposito della richiesta di rimessione del processo per legittimo sospetto presentata da 16 dei 19 imputato.
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Dopo l'istanza di ricusazione presentate dagli avvocati della difesa nei confronti del presidente della Corte d'Assiste di Chieti, Geremia Spiniello, dove e' in corso il processo sulla discarica Bussi sul Tirino (istanza accolta dalla Corte d'Appello dell'Aquila), questa mattina la difesa ha presentato una richiesta di rimessione per legittimo sospetto. Secondo i legali dei 19 imputati i giudici popolari potrebbero essere condizionati dalle notizie di stampa di questi mesi. L'udienza di questa mattina, che ha visto l'insediamento del giudice Romandini quale presidente della corte al posto di Spiniello, e' stata sospesa per consentire alle parti civili di esaminare tale richiesta.
''La difesa degli imputati Edison ha chiesto, oggi, la rimessione del processo ad altro Giudice, paventando una presunta situazione ambientale tale da poter pregiudicare la serenita' del giudizio. E' del tutto evidente che la difesa, come in altri casi celebri, sta provando a fuggire dal processo, ben consapevole della forza poderosa dell'accusa e dell'inconsistenza oggettiva anche dal punto di vista scientifico dei propri argomenti difensivi. Non potendo negare l'evidenza dei gravissimi fatti loro contestati, le difese Edison cercano di sfuggire al giudizio''. Lo affermano in una nota congiunta alcune delle parti civili nel processo per le discariche di Bussi ovvero l'Avvocatura dello Stato per il Ministero dell'Ambiente, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissario delegato, la Regione Abruzzo, i Comuni di Pescara, Chieti, Spoltore, Popoli, Castiglione a Casauria, Alanno, Tocco da Casauria, Bussi, Torre de' Passeri, Solvay s.a. Solvay Specialty Polimers s.p.a. Solvay Chimica Bussi s.p.a. e l'associazione Codici Abruzzo, a proposito della richiesta di rimessione del processo per legittimo sospetto presentata da 16 dei 19 imputato.
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Sara' presieduta dal giudice Camillo Romandini l'udienza di domani, in Corte d'Assise di Chieti, riguardante la mega discarica della Val Pescara.
Romandini sostituisce il giudice Geremia Spiniello, ricusato dalla Corte d'Appello dell'Aquila in accoglimento dell'istanza presentata dagli avvocati della Montedison. Alla sbarra, con l'accusa di avvelenamento delle acque e disastro ambientale doloso, ci sono 19 imputati quasi tutti ex amministratori e vertici della Montedison
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