gestionale telefonia Gestionale Telefonia
HOME » PRIMO PIANO » QUIRINALE, FUMATA NERA
Pubblicato il 18/04/2013 18:06

Quirinale, fumata nera

napolitano, votazione, Marini, quirinale, presidente della repubblica, fumata, nera

Franco Marini non ha raggiunto i 672 voti necessari all'elezione

Franco Marini non ha raggiunto alla prima votazione la soglia dei due terzi dell'assemblea dei 'grandi elettori'. Per eleggere il Presidente della Repubblica sara' necessaria una seconda votazione, dove saranno comunque necessari almeno 672 voti.

Franco Marini ha ottenuto 521 voti nel primo scrutinio. Seguono Rodota' con 240 voti, Chiamparino 41, Prodi 14, Bonino 13, D'Alema 12, Napolitano 10, Finocchiaro 7, Cancellieri 2, Monti 2. I voti dispersi sono stati 18, le schede bianche 104, le nulle 15.

Il Partito democratico ha dato indicazione ai suoi grandi elettori di votare scheda bianca non solo alla seconda, ma anche alla terza votazione. E' quanto si apprende da fonti parlamentari.

 

************

Franco Marini ha superato quota 504 (sufficiente per il quarto scrutinio), ma e' ben lontana dalla soglia necessaria di 672 voti del primo scrutinio. Stefano Rodota' supera quota 200. Tra gli altri hanno ottenuto alcuni voti Chiamparino, D'Alema, Prodi, Monti, Bersani.

Il Pd al secondo scrutinio votera' scheda bianca. Lo si apprende da fonti parlamentari.

 Se e' stata eletta senatrice e' perche' Franco Marini ha lasciato a lei il primo posto in lista in Abruzzo, ma Stefania Pezzopane oggi ha preferito Stefano Rodota' nel voto per il prossimo Presidente della Repubblica. "Ho votato Rodota' secondo la mia coscienza, non potevo tradire la mia gente", ha scritto su Twitter. "Stima e rispetto per Marini", ha aggiunto, ma e' "necessario un cambiamento vero".  Pezzopane e' stata l'unica senatrice del Pd a essere eletta in Abruzzo mentre Marini, secondo della lista, e' rimasto fuori da Palazzo Madama.

"Questa mattina Franco Marini, candidato del Pd a noi proposto e da noi lealmente votato, pur non raggiungendo il quorum dei due terzi previsto per i primi tre scrutini, ha comunque superato la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto". E' quanto sottolinea in u a nota il segretario del Pdl, Angelino Alfano.

 "Non abbiamo piani B, siamo poco strategici e molto lineari. I cittadini hanno dato un'indicazione, non abbiamo incastrato il Pd e non c'e' nessun motivo perche' non possano votare Rodota'". Lo ha detto Roberta Lombardi, capogruppo M5S a Montecitorio, rispondendo alle domande dei giornalisti in piazza Montecitorio. "Il Pd - ha spiegato - se vuole puo' dimostrare, con un accordo su Rodota', che il cambiamento tanto sbandierato in campagna elettorale c'e'. Spero che la voce dei cittadini raccolti qui fuori dal Palazzo li raggiunga". 

 Fico ha rivolto un appello a Sel affinche' voti Rodota' "fino all'ultimo, perche' se cambiassero non sarebbero seri e si metterebbero insieme a chi vuole solo perpetuare questo sistema che, invece, noi vogliamo cambiare'' aggiunge Fico. "Il Pd faccia ora un gesto audace. Come quello che abbiamo fatto noi" commenta il senatore grillino Sergio Puglia che esclude una possibile convergenza con il Pd sul nome di Prodi, nonostante sia nella rosa uscita dalle Quirinarie. "Prima di arrivare a Prodi si devono ritirare Rodota', Zagrebelsky, Bonino e gli altri che sono davanti a lui". E questa, al momento, e' la linea che emerge nei colloqui con deputati e senatori 5 stelle specie - c'e' chi fa notare - alla luce del comportamento e della scelta del Pd su Marini.

"Queste giornate di primavera ricordano un altro aprile, quello del 1945. La fine di una lunga guerra e la volonta' di ricostruzione. Il Paese, come allora, e' in macerie. C'e' pero' una differenza, tra il comico e il tragico. Nessuno dopo il 25 aprile si azzardo' a girare per le strade in fez e camicia nera", scrive ancora il comico, "I fascisti si dileguarono o cambiarono casacca. Il ventennio mussoliniano si concluse nel peggiore dei modi, ma nel dopoguerra almeno non si candidarono al Governo i superstiti del Gran Consiglio del Fascismo. Non ci fu un inciucio tra Togliatti e Dino Grandi. I responsabili non si ripresentarono come salvatori della Patria come avviene con Berlusconi, Bersani e D'Alema". Allora, si legge ancora sul sito, "la Nazione prese atto del disastro a cui l'aveva condotta il fascismo e volto' pagina". Ieri sera, invece, "il teatro Capranica, ieri sera a Roma, ricordava un altro teatro, il Lirico di Milano, dove Mussolini tenne l'ultimo discorso il 16 dicembre del 1944 per ricompattare i resti delle camice nere. Capranica e' l'ultima raffica dell'inciucio. Gargamella ha inseguito i puffi presenti in sala per convincerli a votare l'ex democristiano Marini, candidato dal pdl, invece di Rodota', che sarebbe acclamato dagli italiani per plebiscito". 
   Marini, secondo Grillo, "rappresenta lo status quo, la garanzia di un governo Bersani 'amico del giaguaro' che vuole smacchiare lo psiconano con la lingua, la nomina di un ministro della Giustizia non ostile a Berlusconi e forse l'innalzamento di quest'ultimo a senatore a vita il prossimo anno".

"Di fronte alle difficolta' del Paese, e' necessario dotare di un ampio consenso la piu' importante figura istituzionale, cioe' il Presidente della Repubblica, che oggi rappresenta l'unita' nazionale. Auspico la massima condivisione". Cosi' il Capogruppo del Partito democratico, Camillo D'Alessandro, al termine della prima votazione alla Camera dei Deputati. D'Alessandro e' uno dei grandi elettori designati dal Consiglio regionale dell'Abruzzo.

© Riproduzione riservata

Condividi:

Articoli Correlati



Utenti connessi: 2