Si è concluso il primo giorno di interrogatori per la Rimborsopoli d'Abruzzo. Stando a quanto trapelato, gli indagati avrebbero scaricato le colpe su assistenti e impiegati. Il primo a confrontarsi per due ore, carte alla mano con i pm, e' stato il presidente regionale Gianni Chiodi che, uscendo dagli uffici del tribunale, ha sentito il bisogno di dirsi "molto soddisfatto" dell'interrogatorio, e di essere convinto di aver "chiarito tutto". I magistrati hanno comunque disposto ulteriori accertamenti su quanto ribattuto dal Governatore e dagli altri indagati ascoltati oggi. Quando poi i cronisti domandano a Chiodi se con i pm avesse affrontato la vicenda delle presunte relazioni ha rispostto: "Non mi e' stato chiesto".
Chiodi e' stato il primo a presentarsi a palazzo di Giustizia in mattinata, poi davanti a Bellelli e Di Florio sono sfilati alcuni tra gli altri 24 indagati: il vice presidente Alfredo Castiglione, gli assessori al Lavoro, Paolo Gatti, all'agricoltura, Mauro Febbo, l'ex assessore alla cultura Luigi De Fanis (ai domiciliari per altra inchiesta), poi il consigliere Argiro'. L'indagine sui rimborsi delle missioni imputa ai 25 indagati reati che vanno da falso ideologico, truffa e peculato per cifre che complessivamente superano gli 80 mila euro, ma tutta l' inchiesta ha preso una piega diversa quando sono emerse le implicazioni 'private' del presidente della Regione. Per ora tutto lo schieramento di centrodestra lo difende e l'assessore Febbo, tra gli indagati, contrattacca dicendo di aver "gia' detto ai Pm che mi ricandido alla Regione, gliel'ho detto perche' il mio primo reato in teoria sarebbe a Verona, e potrei chiedere la ricusazione. Ma siccome io voglio uscire da Pescara pulito, perche' so che questa indagine nel mio caso e' stata asettica, sono state prese le carte in modo acritico, io ne usciro' a posto. Tutti i miei conti quadrano alla lira", conclude Febbo. Tutti gli indagati ascoltati si sono insomma difesi e proprio il legale di Febbo, Massimo Cirulli, ha citato una legge regionale, la 40/2012, abrogata poi nel 2013, nella quale non si danno limiti alle spese per missioni fuori regione e una indennita' pari a quella dei presidenti delle sezioni della Corte di Cassazione. Il prossimo 10 febbraio sara' il turno del presidente del consiglio regionale Nazario Pagano, mentre il 14 febbraio sfileranno davanti ai giudici gli altri indagati.
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"Sono molto soddisfatto, ho chiarito tutto", è questo il commento del presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, subito dopo l'interrogatorio durato più di due ore al quale è stato sottoposto dai pm di Pescara, Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio, nell'ambito dell'inchiesta che lo vede indagato nell'inchiesta abruzzese sui rimborsi ai gruppi regionali. Chiodi ha annunciato per domani mattina una conferenza stampa nella quale "dirò tutto il resto".
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