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Pubblicato il 22/04/2013 16:04

Sanitopoli, parla Spinelli, il consulente di Angelini

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Spinelli ha messo in evidenza che nel periodo di tempo 2004 - 2007 ci sono "prelievi di denaro contante di notevole importo dalle banche delle societa' sanitarie del gruppo Villa Pini"

La testimonianza del consulente della famiglia Angelini, il commercialista Sergio Spinelli, al centro, oggi, del processo su presunte tangenti nella sanita' privata abruzzese. 'Nel 2004, 2005, 2006, 2007 ci sono prelievi in contanti di notevoli importi da banche di societa' sanitarie del gruppo Villa Pini' ha detto Sergio Spinelli, consulente di parte della famiglia Angelini, nel corso dell'udienza odierna del processo 'Sanitopoli'.

Illustrando la sua perizia, Spinelli ha spiegato che dal 2004 al 2008 risultano 15 milioni di euro di prelievi, 6 milioni 530 mila euro nel 2004 e 8 milioni 550 mila euro fra il 2005 ed il 2008. Per il consulente, gli oltre 8 milioni di euro sarebbero 'dazioni come da dichiarazioni rese da Angelini'. Ha inoltre aggiunto che esistono 'riscontri contabili' di quanto sostenuto circa prelievi.

'Ci sono - ha evidenziato - date circostanziate che corrispondono alle dichiarazioni di Angelini'. Sempre secondo la perizia di Spinelli, gli oltre 8 milioni di euro farebbero parte di 17 milioni di euro non transitati sui conti di Angelini e derivanti da un anticipo quote per la vendita di una societa' per complessivi 31 milioni di euro. Durante il controesame, l'avvocato Giandomenico Caiazza, legale di Del Turco, piu' volte ha chiesto al consulente se taluni dati e cifre contenute nella sua perizia si basassero su quanto riferitogli da Angelini.

Spinelli ha risposto di aver chiesto alcune volte spiegazioni ad Angelini. 'Quello che non sapevo - ha riferito - me lo ha detto Angelini'.

Il consulente ha anche parlato di crediti che il gruppo Villa Pini vantava dalla Regione. 'Ad ottobre 2009 - ha spiegato - le strutture del gruppo non erano in stato di insolvenza, ma di sofferenza. Se avessero riscosso le somme che gli spettavano non sarebbero andate incontro al fallimento'. Rispondendo alle domande dei pm, ha poi sottolineato di 'non aver mai trovato atti formali della Regione in cui si diceva quello che si poteva o non poteva fare' in materia di prestazioni.

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