Chi vorrebbero gli italiani come futuro Premier dopo l'attuale esecutivo di larghe intese? Secondo un sondaggio che Demopolis ha condotto ieri e oggi per Otto e Mezzo (La7), in testa c'è Matteo Renzi che, con il 37%, supera Enrico Letta, al 20%, e doppia - nelle preferenze dei cittadini - Silvio Berlusconi, fermo al 18%. Dopo la delusione post elettorale che aveva portato in aprile il Partito Democratico ai suoi valori più bassi degli ultimi mesi, se oggi ci si recasse alle urne per le Politiche, il Pd otterrebbe il 24%. Ma nell'ipotesi di una consultazione nazionale, oltre 15 milioni di italiani, circa un terzo del corpo elettorale, rimarrebbero a casa, penalizzando soprattutto il M5S, ma incidendo in modo significativo anche tra gli elettori di Pd e Pdl. Analizzando il consenso in numeri reali, il Partito Democratico conquisterebbe oggi 7 milioni e mezzo di voti: più che in aprile, ma ancora ben lontano da quegli 11 milioni di voti che - secondo il Barometro Politico Demopolis - avrebbe ottenuto nel novembre scorso, nei giorni delle Primarie Bersani-Renzi, quando il Partito si attestava venti punti sopra il Pdl di Berlusconi. Osservando la composizione del consenso per categorie, a votare maggiormente il Pd, ben oltre la media elettorale, sono il 38% dei pensionati e il 27% degli studenti. Ma anche il pubblico impiego, un terzo di insegnanti e dipendenti pubblici. Maggiore debolezza, secondo l'analisi dell'Istituto Demopolis, si avverte in un segmento particolarmente debole come è quello dei disoccupati e dei giovani in cerca di lavoro, che sempre più spesso restano lontani dalle urne. Basso, appare anche il consenso tra le categorie produttive: vota il Pd appena il 15% degli imprenditori e dei lavoratori autonomi.
Categorie che tuttavia guardano con particolare simpatia al sindaco di Firenze Matteo Renzi, che gode di un ampio e crescente favore da parte dell'opinione pubblica. Prescindendo dallo schieramento politico, come emerge dal trend dell'Istituto diretto da Pietro Vento, la fiducia dei cittadini nel sindaco di Firenze appare in ulteriore crescita, anche rispetto al 47% dei giorni delle Primarie, e raggiunge oggi il 56%.
Renzi riesce ad intercettare la voglia di rinnovamento, superando nel suo messaggio il tradizionale conflitto tra Centro Destra e Centro Sinistra. La sua vera peculiarità appare la trasversalità del gradimento che sembra riscuotere anche al di fuori della sua area di appartenza: ottiene la fiducia di circa i due terzi tra gli elettori del Pd e tra i Centristi di Monti. Ma esprimono un giudizio positivo nei suoi confronti anche il 53% di chi ha votato il Pdl e 4 elettori su 10 del Movimento 5 Stelle.
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