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Pubblicato il 05/04/2013 23:11

Terremoto, 4 anni dopo il sisma lo stato della ricostruzione

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Cialente: "I giovani iniziano ad andare via"

 Il quarto anniversario del terremoto del sei aprile del 2009 (309 vittime, 2000 feriti, 56 centri storici distrutti o semidistrutti fra cui quello dell'Aquila che e' fra i piu' grandi d'Italia) fa apparire la situazione ancora ingarbugliata, labirintica, ai limiti dell'assurdo, con una ricostruzione "pesante" ferma al palo. Dopo il terremoto tutta la citta', le sue 64 frazioni e i borghi del circondario furono evacuati e le abitazioni dichiarate inagibili. Centomila sfollati trovarono rifugio in 170 tendopoli, negli alberghi della costa abruzzese, in affitti concordati, in autonoma sistemazione. Gli edifici, a seconda della gravita' del danno furono classificati A (danni lievissimi), B e C (edifici temporaneamente o parzialmente inagibili), E (inagibili che richiedono interventi strutturali o addirittura ricostruzione ex novo come accadra' in tantissimi casi nei centri storici). Dopo quattro anni chi risiedeva in periferia ed alloggiava in abitazioni classificate A, B, C, sono praticamente rientrati. Per quanto riguarda le case E va fatta una distinzione fra quelle della periferia cittadina (la stima parla di migliaia di pratiche) e quelle del centro storico del capoluogo (piu' di 15 mila). Nella periferia a macchia di leopardo si vedono cantieri in via di ultimazione, ma ancora molti sono quelli che devono partire. A questi numeri vanno aggiunti quelli degli edifici dei centri storici nei Comuni del cratere. Il blocco totale riguarda invece il centro storico dell'Aquila, delle frazioni e degli altri borghi. 

 In quattro anni si sono fatti solo puntellamenti (diversi dei quali da rivedere) che per L'Aquila sono costati circa 250 milioni di euro. Ma nonostante i Piani di ricostruzione (a partire da quello dell'Aquila) e delle frazioni sino stati approvati, l'assessore alla Ricostruzione al Comune dell'Aquila, Pietro Di Stefano, a febbraio di quest'anno ha tuonato dicendo che "i soldi non ci sono. Sono finiti i due miliardi di euro stanziati e adesso si naviga a vista". Piu' caustico il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente: "Manca un afflusso costante di denaro e bisogna contrattare anno per anno con il governo". "Se all'Aquila non arriveranno subito fondi e certezza di altri finanziamenti in modo tale da permetterci di fare in modo che per il 2015 una parte del centro storico sia ricostruita, l'Italia avra' condannato a morte L'Aquila". "Credo - ha aggiunto - che, se non ci saranno i fondi, gli aquilani si muoveranno per non fare piu' parte dell'Italia. La prima cosa che chiedero' e' che si tolga il tricolore e che vada via il prefetto. Come dire: ci lasciassero morire in pace". "Posto che il 6 aprile e' una data tristissima, di terremoto, di lutto, di commemorazione delle vittime, viviamo l'anniversario piu' difficile perche' coincide con l'assoluto crollo della speranza. Con la situazione che si e' creata si rischia di ammazzare definitivamente la speranza. A distanza di quattro anni, tutti hanno capito che abbiamo buttato via due anni, quelli del commissariamento. Ora ci hanno detto che e' tutto e' pronto per partire e non ci sono i soldi".

 Nel giorno del quarto anniversario del sisma il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, appare tutt'altro che ottimista per il post terremoto: "il clima di scoramento, di sfiducia, di rabbia - afferma - purtroppo sta coinvolgendo sempre piu' persone, soprattutto i giovani, che stanno cominciando ad arrendersi e ad andare via. Vivere all'Aquila e' troppo difficile, posso chiedere alla gente il sacrificio di crederci e di avere fiducia, solo se possiamo vedere parte del centro e delle frazioni ricostruite entro il 2015; se invece diro' che si finira' per il 2024 tutti andranno via e L'Aquila nel 2018 fara' 35-40 mila abitanti. Le avvisaglie gia' ci sono: nell'ultimo anno abbiamo perso 3500 persone". Pr il primo cittadino "Il governo o il parlamento devono stanziare subito 4-5 miliardi per il cratere con il meccanismo della Cassa depositi e Prestiti, cosi' nel 2013 e nel 2014 si avvia la ricostruzione. Mi appello a tutti, dal Pd al Pdl, dalla lista Monti ai grillini affinche' pensino seriamente all'Aquila. Tutto nasce dal peccato originale, la mancata tassa di scopo della quale Berlusconi non ha voluto sapere nulla". Altro grido di dolare e' stato lanciato dai sindacati: 20 mila persone sono senza lavoro". Intanto la popolazione continua a vivere nelle 19 new town lasciate a deteriorarsi perche' senza alcuna manutenzione e per di piu' con l'incubo incolumita' dopo le recenti inchieste penali sulla realizzazione delle abitazioni provvisorie del progetto "Case" ma anche dei moduli abitativi provvisori (Map) per i quali i consulenti della Procura hanno accertato l'utilizzo di materiali non idonei e in taluni casi scadenti.

A L'Aquila, a 4 anni dal devastante sisma, gran parte della popolazione continua a vivere nelle 19 new town lasciate a deteriorarsi perche' senza alcuna manutenzione e per di piu' con l'incubo incolumita' dopo le recenti inchieste penali sulla realizzazione delle abitazioni provvisorie del progetto "Case" ma anche dei moduli abitativi provvisori (Map) per i quali i consulenti della Procura hanno accertato l'utilizzo di materiali non idonei e in taluni casi scadenti. Sotto il profilo dell'attivita' giudiziaria, il 2012 (sentenza del 22 ottobre) e'stato segnato dalla condanna a sei anni di reclusione, per i sette scienziati della Commissione Grandi Rischi, che si riuni' all'Aquila, una settimana prima dei tragici accadimenti. Si tratta di Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi rischi; Bernardo De Bernardinis, vicecapo del settore tecnico del Dipartimento di Protezione civile; Enzo Boschi, allora presidente dell'Istituto nazionale di Geologia e Vulcanologia (Ingv); Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case; Claudio Eva, ordinario di fisica all'Universita' di Genova. In piu', Mauro Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico del Dipartimento della Protezione civile e Giulio Selvaggi, allora direttore del Centro nazionale terremoti dell'Ingv. L'accusa per tutti e' di lesioni ed omicidio colposo. In pratica ai sette il Tribunale dell'Aquila ha contestato di avere minimizzato i pericoli nei giorni antecedenti al terremoto dell'Aquila del 2009, che ha fatto 309 vittime. Sul fronte dei crolli degli edifici pubblici e privati (225 entrati nella maxi inchiesta del post-sisma) si evidenzia la condanna per il crollo della Casa dello Studente in cui sono morti 8 giovani studenti universitari e quello del Convitto (tre minorenni). 

"Alle 3.32 di questa notte ricorre il quarto anniversario del tragico terremoto che ha colpito L'Aquila e molti paesi limitrofi. Ad oggi la ricostruzione e' in ritardo e sono evidentemente traditi gli appelli alla prevenzione che da piu' parti sono stati fatti, in primis quello del Presidente Napolitano". E' quanto afferma l'onorevole del Pd, responsabile Green Economy, Ermede Realacci, in occasione del quarto anniversario del terremoto dell'Aquila. "Il modo migliore per ricordare le vittime del sisma e i tanti cittadini che hanno perso le loro case - ha aggiunto - sarebbe investire finalmente nella prevenzione. Dopo ogni terremoto si fanno solenni proclami e si prendono altrettanto solenni impegni, poi il nulla. Da tempo abbiamo chiesto di estendere il credito di imposta del 55% per la riqualificazione energetica in edilizia al consolidamento antisismico del patrimonio edilizio esistente e di rivedere il patto di stabilita' per gli enti locali che hanno risorse da investire nella messa in sicurezza degli edifici pubblici, a partire dalle scuole e degli ospedali. Sarebbe una via percorribile da subito per mettere al sicuro gran parte della popolazione ed e' anche la strada per rilanciare un settore importante per l'economia e l'occupazione come l'edilizia a partire dalla sicurezza, dall'innovazione e dalla qualita'".

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