Perche' L'Aquila rinasca "dobbiamo mettere insieme le forze, superare i contrasti e le divisioni che ci sono, e renderci conto che l'accelerazione della ricostruzione avverra' soltanto se si supereranno interessi privati e individuali e si pensera' davvero a ricostruire il bene della citta' nel suo insieme". Cosi' il Vescovo Ausiliare dell'Aquila, monsignor Giovanni D'Ercole, in una intervista a distanza di 5 anni dal terremoto che colpi' il capoluogo abruzzese. Il presule si dice fiducioso: "e' vero che non siamo vicini alla rinascita, ma nemmeno lontanissimi. E' stato fatto qualcosa, anche se - ammette - e' tutto molto faticoso e ci sono tante difficolta'. Il nemico da sconfiggere - ammonisce - e' proprio lo scoraggiamento".
Quanto allo stato d'animo della cittadinanza, monsignor D'Ercole spiega: "la mia sensazione e' che non bisogna perdere tempo perche' c'e' un limite oltre il quale la gente cade in una forma di depressione sociale. Sicuramente - riferisce - i cittadini sono in una fase di silenzio, quasi rassegnato e purtroppo vicino allo scoraggiamento. Per questo deve esserci un impegno da parte di chi ha responsabilita', a tutti i livelli, a superare le tentazioni che dividono e a cercare un punto d'incontro per accelerare la ricostruzione. Ricostruzione che non e' solo affidata a ingegneri, architetti e ditte, ma soprattutto alla gente, a tutti i responsabili civili e religiosi", ribadisce. "L'opera di ricostruzione, infatti - osserva - non e' solo materiale ma anche umana e spirituale. E la diocesi, soprattutto con l'arrivo del nuovo arcivescovo, in linea con quanto si era fatto finora, sta mettendo il massimo impegno, aprendosi a una collaborazione con tutti, nel rispetto dei ruoli e delle responsabilita' di ciascuno", conclude.
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