''Il cambiamento piu' importante deve essere nelle coscienze dei cittadini, facendo in modo che crescano la rabbia e l'indignazione perche' episodi del genere, purtroppo, possono capitare a tutti. Il primo passo e' che le cose cambino a livello di opinione pubblica per evitare che altre tragedie vengano messe a tacere''. Queste le parole di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano - 31enne romano morto quattro anni fa -, ricordando la vicenda del giovane, in un incontro pubblico nell'ambito del Festival delle letterature dell'Adriatico in corso a Pescara. Proprio nel centro del capoluogo adriatico, in piazza della Rinascita, ieri, e' stato allestito un tappeto grande cento metri quadrati, raffigurante il volto di Stefano Cucchi, composto da centinaia di foto inviate sui social network, nell'ambito dell'iniziativa #iosonocucchi promossa dal graphic designer Luca Di Francescantonio e dalla community di Igersabruzzo.it. A conclusione del dibattito, Ilaria Cucchi, assieme ai genitori, ha visitato il tappeto di foto. ''Vogliamo, pretendiamo e ci batteremo fino alla fine per dimostrare che Stefano non e' morto per malasanita', che Stefano non sarebbe morto anche in casa, come avrebbero voluto farci credere, ma che e' morto solo perche' le persone che dovevano tutelare la sua vita - ha sottolineato la donna - hanno fatto esattamente il contrario. Si e' spento come non si dovrebbe lasciar morire neanche un cane''. ''Nelle nostre carceri si consumano tante tragedie, ma nessuno interviene mai. Dopo la vicenda di mio fratello, finalmente, se ne inizia a parlare. Anche con il nuovo Papa, se ne sta parlando. Noi - ha concluso Ilaria Cucchi - non troveremo pace fino a quando tutte le persone responsabili della morte di Stefano non verranno riconosciute come tali''.
'Tutti i politici che oggi chiedono le dimissioni della Cancellieri dov'erano mentre Stefano stava morendo?''. E' quanto si e' chiesta Ilaria Cucchi, sorella di Stefano - il 31enne romano morto quattro anni fa - nel corso di un incontro pubblico nell'ambito del Festival delle letterature dell'Adriatico, in corso a Pescara. ''Non ritengo di dover difendere il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri e non credo che lei ne abbia bisogno - ha aggiunto -. Dico solo che il problema carceri, grazie alla Cancellieri e alla vicenda Fonsai si sta finalmente affrontando''. Rispondendo alle domande del pubblico, Ilaria Cucchi ha detto che ''con la battaglia che sto facendo, io non mi indignero' mai se Giulia Ligresti e' uscita dal carcere. Diciamo altro - ha sottolineato - non diciamo che Ligresti doveva restare in carcere, diciamo invece che mio fratello Stefano doveva uscire''.
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