Luca Barbareschi è il protagonista del «Discorso del re». Stasera a Teramo, alle 21, e in replica domani, alle 17 e alle 21, l’attore sarà al Teatro Comunale per il quarto appuntamento della Stagione di Prosa organizzata dalla Società della Musica e del Teatro Primo Riccitelli. La commedia, ambientata in una Londra surreale a cavallo tra gli anni Venti e Trenta, è di David Seidler, per la regia di Luca Barbareschi, che ne è anche protagonista, e con Filippo Dini. La storia ha ispirato anche un film di grande successo.
La commedia è ambientata in una Londra surreale, a cavallo tra gli anni 20 e 30, ed è centrata sulle vicende di Albert, secondogenito balbuziente del Re Giorgio V.
Dopo la morte del padre, il timido e complessato duca di York non sarebbe dovuto salire al trono d’Inghilterra. Il primogenito era infatti Edoardo, che divenne sì re ma che, per amore di Wallis Simpson, abdicò neppure un anno dopo. A Bertie, o meglio ad Albert Frederick Arthur George Windsor, toccò il peso della corona diventando sovrano con il nome di Giorgio VI.
Un uomo atipico che fu re molto amato dal popolo, legato da vero amore alla moglie, la volitiva Elisabetta Bowes-Lyon.
Il discorso del Re parte dai fatti storici per addentrarsi in un dramma personale, senza abbandonare mai la Storia, che non è fondale sottofondo ma è presenza imprescindibile di ogni istante della commedia al fianco dei protagonisti.
Il discorso del Re sfrutta l’aspetto psicofisico della disarticolazione verbale per raccontare il rapporto tra il Paese colono e l’Impero per cui sacrifica i propri figli in guerra. E dimostra come aneddoti nascosti nelle pieghe della Storia possano elevarsi alla potenza dell’epica, se narrati con perizia e ritmo. Il merito è dello sceneggiatore David Seidler, che nella sua vita ha sofferto di balbuzie.
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