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Pubblicato il 16/01/2013 09:09

La festa di Sant'Antonio illumina l'Abruzzo

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A Collelongo le "cottore" a Fara Filiorum Petri le "Farchie"

E' la notte della festa di Sant'Antonio in molti comuni d'Abruzzo. In molti paesi si festeggia il Santo, ma sono due in particolare le celebrazioni di lunga tradizione. A Collelongo, nell'aquilano, il rito è sempre lo stesso dal 1689. Ogni anno esperti di antropologia culturale studiano le varie fasi. Si comincia il 16 gennaio alle 16, al rintocco della campana della chiesa. Nelle case le «cottore», enormi caldai di rame contengono il granturco, i cosiddetti «cicirocchi», che poi verranno offerti nel corso della notte ai visitatori. Alle 18 si accendono i torcioni, enormi cataste di legna alte cinque-sei metri, sistemate nelle piazze. Intanto i  gruppi musicali, composti da giovani e anziani del luogo, girano per le strade intonando la canzone di Sant'Antonio. Alle 20,30, dalla piazza della Chiesa, parte la processione con le fiaccole, guidata dal parroco, che si reca di casa in casa a benedire le «cottore» fino alla mezzanotte. Ad accogliere il corteo ci sono i  «cicirocchi», dolci, pane, un bicchiere di vino che regalano grande intensità alla festa. All'alba del 17 gennaio in piazza della Chiesa, sfilano le ragazze in costume tradizionale, portando sulla testa le conche «rescagnate» che vengono premiate da un'attenta giuria. Alle 7 la celebrazione della Messa chiude la prima parte dei festeggiamenti che riprendono alle 14 in piazza Ara dei Santi per la classica benedizione degli animali e i giochi popolari.

A Fara Filiorum Petri invece si riaccendono i fuochi delle farchie in onore di S.Antonio. L'antica tradizione affonda le sua radici alla fine del 1700. La leggenda vuole che nel 1799, al tempo dell'invasione francese, il piccolo borgo di Fara stesse per essere assalite dalle truppe francesi, che vennero fermate per intercessione di Sant' Antonio. Le antiche storie parlano di un vero e proprio miracolo, secondo cui il santo sarebbe apparso alle truppe d'oltralpe nelle vesti di un generale, spaventandole e disperdendole.

Nacquero da questa leggenda le farchie, alte colonne di canne legate insieme con rami di salice rosso del diametro che va dai 70 ai 100 centimetri ed una lunghezza dai sette ai nove metri.

 

 

 

 

 

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