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Pubblicato il 16/05/2013 00:12

La musica degli anni '60 all'Università d'Annunzio

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Lezione a suon di musica, quella degli anni '60, all'Universita' D'Annunzio. L'occasione un convegno organizzato dal Dipartimento di Scienze Psicologiche, Umanistiche e del Territorio, con concerto annesso del gruppo 'Tubi lungimiranti'.

Un vero e proprio incontro-studio, valido anche per i crediti, su 'Nascita dell'identita', del mercato e della stampa musicale giovanile negli anni Sessanta'. A salutare gli studenti il rettore dell'Universita' Chieti-Pescara, Carmine Di Ilio e i prefetti di Chieti, Fulvio Rocco De Marinis, e di Pescara, Vincenzo D'Antuono.

Testimonial dell'evento il critico musicale, Dario Salvatori.

Al centro della giornata di studi, promossa dallo storico Umberto Bultrighini e dal sociologo Gianmarco Cifaldi, l' identita' giovanile rappresentata dall'esplosione della musica beat e la connessa evoluzione dei codici comportamentali alla meta' degli anni '60. Il tutto attraverso l'analisi dei fenomeni che hanno testimoniato il processo di trasformazione, dalla stampa ai media radiotelevisivi, dalle avanguardie letterarie ai risvolti sul piano del gusto musicale e del costume.

'Negli anni '60 la musica sonorizzava la nostra vita - ha detto Salvatori - oggi la canzone conta un po' meno nella vita dei ragazzi dove sono entrate tante distrazioni in più. Quelli erano anni - ha proseguito - in cui non si pensava a progetti di lunga gittata e si facevano cose senza prevedere un possibile grande impatto. Per esempio - ha raccontato Salvatori - i Rolling Stones finirono al n.1 con The last time e dissero: se dura cosi' per due anni siamo fortunati. Ne hanno compiuti 50'. 

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