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Pubblicato il 25/05/2013 16:04

Ciclismo, Di Luca positivo al doping

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Trovata l'Epo nelle analisi del corridore licenziato subito dalla sua squadra.

 Danilo Di Luca positivo all'Epo dopo un test a sorpresa il 29 aprile durante la 96esima edizione del Giro d'Italia. Lo riporta il sito de "La Gazzetta dello Sport". Il ciclista abruzzese (di spoltore) della Vini Fantini era gia' stato trovato positivo al Cera al Giro 2009.

Secondo quanto riportato da gazzetta.it, il 37enne corridore della Vini Fantini-Selle Italia e' stato trovato positivo a un test antidoping a sorpresa effettuato il 29 aprile a casa sua. Di Luca, attualmente al 26esimo posto della classifica generale a 33'33" da Nibali, sarebbe alla seconda positivita' della sua carriera dopo quella del 2009, sempre al Giro d'Italia, al Cera: in quell'occasione il ciclista abruzzese - che aveva chiuso al secondo posto alle spalle di Menchov - risulto' positivo in due controlli. Per lui squalifica di due anni, poi ridotta di nove mesi e sette giorni per la sua collaborazione nelle indagini antidoping con la Procura di Padova. In precedenza, nel 2007, Di Luca fu squalificato per tre mesi nell'ambito dell'inchiesta "Oil for drugs". Nel 2008, invece, la Procura antidoping del Coni chiese per lui due anni di squalifica per l'esito atipico di un test effettuato dopo la 17esima tappa del Giro 2007 ma il corridore fu assolto dal giudice di prima istanza del Coni. "Chiedero' le controanalisi, poi ne riparleremo". Queste le parole riportate da Gazzetta.it di Danilo Di Luca lasciando l'albergo di Dimaro, in Trentino, dove era alloggiata la sua squadra, la Vini Fantini. Il 37enne corridore abruzzese e' stato licenziato in tronco dopo la notizia della positivita' all'Epo in seguito a un test antidoping a sorpresa effettuato il 29 aprile a casa sua.

Nel frattempo l'Unione ciclistica internazionale ha "momentaneamente sospeso" Danilo Di Luca dopo l'esito del test a sorpresa sulla positività all'Epo del corridore abruzzese. Il provvedimento è scattato dopo i risultati del laboratorio di Colonia sul controllo fuori gara del 29 aprile scorso. Come da prassi, Di Luca adesso può chiedere le controanalisi.
Intanto, la squadra di Di Luca, la Vini Fantini-Selle Italia, ha deciso di licenziare in tronco il corridore annunciando che gli chiederà anche i danni. Contro l'abruzzese anche l'Associazione dei corridori professionisti.
Se le controanalisi dovessero confermare la sua positività all'Epo - si legge in un comunicato - la loro associazione (Accpi) "per mandato dei suoi associati, ricorrerà alle vie legali per il gravissimo danno d'immagine provocato dal suddetto atleta all'intera categoria. Il ciclismo si sta impegnando con tutte le sue forze per ritrovare credibilità e affetto agli occhi del pubblico; il gruppo non accetta che il comportamento folle di un elemento danneggi l'immagine dell'intero movimento"

"La notizia della positivita' di Danilo Di Luca, se confermata, mi amareggia profondamente. Possiamo mettere in campo tutti gli strumenti di prevenzione, di informazione e di controllo, ma contro la stupidita' recidiva siamo disarmati". E' il duro giudizio del presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco, a proposito della positivita' all'Epo del corridore abruzzese
"L'aggravante del caso e' che Di Luca, invece di cogliere l'opportunita' concessa di voltare pagina e di chiudere definitivamente col passato, ha tradito non solo chi gli ha dato ancora fiducia, ma anche i compagni della 'vecchia guardia' che hanno aderito con responsabilita' e coscienza al nuovo corso - aggiunge Di Rocco in una nota - ha tradito, soprattutto, la nuova generazione di ciclisti che restituisce credibilita' e immagine al ciclismo italiano. Sono stato personalmente accusato di eccesso di rigore nel difendere la moralita' e i valori della maglia azzurra. Tuttavia non rinnego l'apertura di credito effettuata all'inizio del mio terzo mandato. Ma sia chiaro: era l'ultima porta. Da quel momento in poi chi sbaglia non ha piu' alibi". "Per casi come questo - ha quindi assicurato Di Rocco - proporro' la sanzione piu' severa, avvalendoci anche del diritto di richiedere un risarcimento dei danni subiti. Non e' giusto che elementi irresponsabili inquinino ancora un ambiente che, ci tengo a ribadirlo, oggi e' sano e vuole continuare ad esserlo".

Di Luca era stato condannato nel 2007 (dopo il trionfo al Giro) nell'operazione denominata 'Oil for Drugs', avviata nel 2003 dopo la morte sospetta di alcuni dilettanti. Nel 2009 aveva cercato il rilancio, contendendo fino agli ultimi metri la maglia rosa al russo Denis Menchov, caduto sui sampietrini di Roma resi viscidi dalla pioggia, a pochi metri dal traguardo del Colosseo. Peccato che, il 22 luglio di quello stesso anno, Di Luca sarebbe risultato positivo al Cera, il doping di nuova generazione, in due diversi controlli: il 20 e il 28 maggio. Le controanalisi dell'8 agosto confermano tutto e l'abruzzese di Spoltore viene licenziato dalla Lpr Brakes-Farnese Vini.

Il primo febbraio 2010 viene squalificato per due anni dal Tribunale nazionale antidoping del Coni, che gli infligge anche una multa di 280 mila euro. La squalifica sarebbe dovuta 'scadere' il 21 luglio 2011, ma il Tribunale - grazie alla sua collaborazione nell'inchiesta di Padova - gli condona 9 mesi, permettendogli di tornare alle corse gia' a fine 2010.

Il resto e' storia recente, come le sue poche parole pronunciate stamattina, mentre usciva dall'hotel dove il ds della Vini Fantini-Selle Italia, Luca Scinto ('di lui non voglio sentir parlare, non lo volevo nella squadra, me lo ha imposto lo sponsor', le sue parole), lo ha licenziato in tronco qualche ora prima. 

 

Di Luca rischia da otto anni alla radiazione, in base al regolamento del Coni, perche' recidivo alla positivita' per doping. Il suo e' il primo caso in Italia di positivita' alla stessa sostanza: il Cera, infatti, e' l'Epo di nuova generazione. Unanimi i commenti di condanna: dall'Assocorridori, che parla 'di danno all'immagine del ciclismo', agli organizzatori del Giro ('ha tradito la nostra fiducia'). Anche Lance Armstrong ha preso posizione, chiedendosi in un Twitter 'come si fa a essere cosi' stupidi'. 

 

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