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Pubblicato il 22/01/2014 09:09

Danilo Di Luca parla di doping nel ciclismo alle Iene

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''E' impossibile non fare uso di doping e arrivare nei primi 10 al Giro D'Italia".

''E' impossibile non fare uso di doping e arrivare nei primi 10 al Giro D'Italia". In una intervista a 'Le Iene show' Danilo Di Luca, l'ex corridore radiato per doping, dice la sua sul mondo del ciclismo costretto a convivere con questa piaga. "Mi sono dopato perche' non vincevo piu' - aggiunge Di Luca - Ci sono combine nel ciclismo. L'ho fatto e sono stato pagato''. "Un ciclismo senza doping non esistera' mai - prosegue l'ex corridore - Liberalizzarlo forse sarebbe la soluzione migliore''. 

Di Luca vede il doping sempre in vantaggio rispetto all'Antidoping: ''l'antidoping rincorre il doping, pero' il doping e' sempre un passo avanti''. E dopo quanto arriva l'antidoping? ''Di preciso non lo so, pero' penso un paio d'anni''. Per l'ex corridore radiato un atleta che prende l'Epo non puo' non saperlo e non ci sono problemi fisici: ''non da' dei problemi. Innanzitutto il doping non e' una droga, quindi non si e' dipendenti. Secondo, il doping fatto in maniera corretta non fa male all'organismo''. Sull'Epo in particolare, Di Luca dice che ''costa 3-4.000 euro. Come si prende? Sono iniezioni. Prima - aggiunge - si poteva fare anche tutti i giorni, adesso no perche' viene scoperto nell'esame antidoping. E' una cura che bisogna fare per il periodo di tempo che si ritiene opportuno per poi essere al 100% della condizione. Il medico ti consiglia. Non ti puo' dare una ricetta perche', essendo un prodotto dopante, non si puo' prescrivere''. Fra tutti quei campioni positivi al doping, cosa pensi di Armstrong? ''Armstrong - ricorda Di Luca - quando sono stato trovato positivo, ha parlato anche di me dicendo che ero uno stupido''. Perche' ti ha dato dello stupido? ''Perche' mi ero dopato. Pero' io Armstrong lo conosco: ha vinto 7 Tour De France e li avrebbe vinti comunque, anche senza doping. Anche lui si e' adeguato''. La teoria del corridore di Spoltore e' che ''tutti li prendono (i farmaci n.d.r.) e i valori in campo restano uguali, se non ci fosse il doping per nessuno i risultati sarebbero sempre gli stessi. Rimpianti? Si', essermi fatto beccare tre volte. L'ho gestita male''. Per Di Luca al Giro D'Italia normalmente si dopa il 90% dei concorrenti: Quindi c'e' un 10% pulito? ''Un 10% a cui non interessa in quel periodo il Giro D'Italia, che prepara altre gare e quindi non fa uso di doping''. L'ormai ex ciclista parla anche delle trasfusioni, quindi del cosiddetto 'doping ematico': e' tutto vero? ''Le trasfusioni sono vere - risponde Di Luca -. Se siano da considerarsi doping? Certo, perche' puoi fare a meno dell'uso dell'Epo e usi la sacca. E nei controlli non vengono trovate. Come funziona? Si toglie il sangue e dopo, quando ne ha bisogno, se lo rimette prima dell'appuntamento. E rendi molto di piu'''. E dice la sua perfino sull'uso del Viagra nel suo sport: ''. Se si usa il Viagra - dice Di Luca -, non lo si fa per migliorare le prestazioni, ma quando fa freddo. Essendo un vaso dilatatore con il freddo ti riscalda il corpo. Se aumenta le prestazioni? Secondo me no''. Infine Di Luca parla dell'esistenza di combine nel ciclismo: ''Certo che succede: magari c'e' un finale di gara con 5 corridori, c'e' un corridore che si sente piu' forte degli altri, perche' e' piu' veloce degli altri e parla con un altro corridore che non e' un suo compagno di squadra: 'Ti do tot se mi tiri la volata. Ti do tot se mi vai a prendere quello che scatta". Te l'hanno mai proposto? ''Si' - risponde Di Luca - l'ho fatto. Si', mi hanno pagato''.

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