Wwf e Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) scendono in campo contro la possibilità di aprire la caccia al cervo e al capriolo, con l'obiettivo anche di tutelare le sorti dell'orso marsicano, animale simbolo d'Abruzzo e specie prioritaria a livello comunitario.
"La Regione - sostengono in una nota Stefano Allavena, delegato Lipu per l'Abruzzo e Luciano Di Tizio, presidente regionale del Wwf - rispolvera alla chetichella un provvedimento gia' ritirato nell'ottobre 2012: nel dicembre scorso con una delibera di Giunta ha approvato un regolamento che sostanzialmente apre la caccia al cervo e al capriolo. Riteniamo assurdo pensare di aprire la caccia a queste due specie, visto che e' ancora in pieno svolgimento il processo di ricolonizzazione di vaste aree, e comunque senza studi adeguati sulla loro presenza in Abruzzo. In ogni caso ogni progetto di questo genere va respinto di fronte alla necessita' prioritaria di tutela dell'orso bruno marsicano. La massima concentrazione di cervi si trova infatti nella Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d'Abruzzo. Aprire la caccia al cervo e al capriolo in questa zona, di estrema importanza per l'orso, significa aggiungere un ulteriore grave fattore di disturbo ai gia' molti presenti nella zona. Invece di cercare di adottare misure per assicurare la massima protezione all'habitat dell'orso marsicano tutelandone gli ambienti dentro e fuori dai Parchi, la Regione continua a coprirsi gli occhi. Gli slogan 'verdi' ampiamente utilizzati per la promozione turistica - concludono - vengono clamorosamente disattesi dai ripetuti tentativi di provocare danni irreparabili e da un' assoluta e conclamata indifferenza alle sorti dell'orso marsicano".
La risposta di Mauro Febbo
"Siamo alle solite. Qualsiasi argomento è buono in campagna elettorale per farsi pubblicità e propaganda". L'assessore alla Caccia, Mauro Febbo, replica così alle accuse del consigliere regionale Maurizio Acerbo che prima di Wwf e Lipu aveva manifestato perplessità su questa possibilità. "La Regione Abruzzo non intende assolutamente aprire la caccia ai caprioli ma sta lavorando, invece, su una proposta di regolamento sulla gestione degli ungulati, condivisa da tutti, non più rinviabile per i problemi che tale mancanza di gestione delle specie crea al mondo rurale, agli agricoltori e alle stesse specie protette. Infatti è ormai acclarato dal mondo scientifico che il cervo è un forte competitore del camoscio d'Abruzzo. Non solo - rimarca Mauro Febbo - è proprio di oggi infatti la notizia preoccupante lanciata dall'associazione ambientalista 'Wilderness' inerente l'orso e per il suo mancato controllo delle popolazioni di cinghiali e cervo. "Infatti - precisa il biologo dell'Ufficio programmazione Faunistica della Regione Abruzzo Franco Recchia - oggi non è più rinviabile, nella regione verde d'Europa, uno strumento fondamentale come un Regolamento sugli ungulati con lo scopo di conoscere ancora la consistenza delle specie cervo e capriolo. La conoscenza delle popolazioni di ungulati, della loro consistenza, nonché del loro stato sanitario, è presupposto necessario per una corretta gestione delle specie. Tutte le informazioni saranno in acquisite sulla base di metodologie indicate dall' Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Eventuali prelievi saranno effettuati solo nel momento in cui l'Ispra esprimerà un parere favorevole vincolante". "In riferimento al Patom ? continua Febbo ? si evidenzia come il consigliere Acerbo sia disinformato su tutte le azioni che la Regione ha posto in essere per la conservazione dell'Orso. Tra gli otto punti prevista dal Patom l'azione B1 sull'attività venatoria si prefigge l'obiettivo di 'adattare la gestione delle attività venatorie nelle aree di interesse per l'orso con la presenza della specie'. Nell'ottobre 2011, la direzione Agricoltura, ha chiesto al ministero dell'Ambiente, e poi accolta, l'affidamento del coordinamento dell'azione B1, mediante l'istituzione di un tavolo tecnico ristretto (Ttr) al quale partecipa anche l'Ispra. Ad oggi il primo ed unico tavolo ad avere dato corpo alle attività previste dal Patom. In tutto questo contesto - conclude l'assessore Febbo - la Regione Abruzzo ha avviato il procedimento per dotarsi di un Regolamento a norma di legge al fine di continuare il percorso avviato con il ministero dell'Ambiente sia per una corretta gestione delle specie sia per una crescita della cultura venatoria compatibile con un prelievo sostenibile".
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