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Pubblicato il 23/01/2013 00:12

Ambiente, chiazza di idrocarburi tra Abruzzo e Molise

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Attivata la procedura di emergenza. Legambiente Abruzzo: "Necessaria rete di controlli sia su scala locale che nazionale"

Il WWF Abruzzo in una nota spiega di aver diffuso fotografie di gabbiani sporchi di idrocarburi tra Abruzzo e Molise. Le foto sono state scattate oggi pomeriggio proprio di fronte alla piattaforma Rospo Mare, dove era stata segnalata una chiazza di greggio.
Le foto, spiega il Wwf 'sono state scattate oggi pomeriggio tre le 15,30 e le 16,00 alla foce del Torrente Buonanotte'.
Augusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo e presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese rivela di essere stato personalmente sul luogo e di aver visto "diversi individui vistosamente sporchi da sostanze oleose che cercano disperatamente di pulirsi', e che 'la frequenza di individui sporchi di idrocarburi è del tutto eccezionale rispetto a quelli che osserviamo normalmente durante i censimenti'.

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Sono in arrivo due robot Rov, uno da Ancona e uno da Napoli, oltre a una squadra di sommozzatori della capitaneria di porto di S.Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), per effettuare il monitoraggio dell'area dove e' avvenuto lo sversamento di idrocarburi, segnalato la scorsa notte dal galleggiante 'Alba Marina' adibito allo stoccaggio all'interno del campo petrolifero Rospo Mare, al largo di Termoli.

La Guardia costiera di Termoli, sotto il coordinamento della Direzione Marittima di Pescara, ha allertato i mezzi adibiti al servizio antinquinamento, immediatamente intervenuti sul posto insieme ad un rimorchiatore e due motovedette. Lo sversamento, una volta individuato, e' stato circoscritto con quelle che vengono definite 'panne di contenimento'. L'attivita' di recupero delle sostanze presenti in acqua e' in corso mediante l'impiego di sofisticate apparecchiature 'rec-oil' in grado di separare ed asportare le componenti oleose dall'acqua marina.

Lo sversamento e' stato monitorato anche grazie ad un velivolo della Guardia Costiera che ha sorvolato la zona e diretto le operazione dal cielo per il posizionamento delle barriere 'isolanti'. All'alba sono intervenuti anche i sommozzatori della Guardia Costiera per un'ispezione piu' dettagliata all'impianto di estrazione del greggio, allo scafo galleggiante della piattaforma e delle tubature immerse della struttura per verificare il motivo dello sversamento ed eventualmente individuare il punto di fuoriuscita del liquido inquinante per poi pianificare interventi.

Sono in corso indagini per chiarire se vi siano responsabilita' sull'accaduto.

 

 

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La capitaneria di Porto di Pescara, che sovraintende il tratto abruzzese e molisano della costa adriatica, e' stata allertata sin da ieri sera alle 23.40 direttamente dal 'personale imbarcato sulla nave cisterna Alba Marina, operante presso la piattaforma offshore per l'estrazione del petrolio greggio sita nel campo petrolifero "Rospo Mare", a circa 12 miglia dal porto di Termoli', della 'presenza di una macchia, presumibilmente di idrocarburi, di circa 60 metri di lunghezza e 20 di larghezza nei pressi della nave stessa'.
Nella nota la Capitaneria spiega che 'La società Edison, responsabile dell'impianto, a scopo precauzionale disponeva l'immediata sospensione della produzione oltre al posizionamento intorno alla nave di panne galleggianti in grado di contenere eventuali sversamenti. Sul posto venivano inviate 4 motovedette della Guardia Costiera, unitamente ad un aereo ATR42 dotato di apparecchiature per il telerilevamento ambientale, che nell'immediatezza monitorava lo specchio acqueo circostante la piattaforma e la nave' Dal controllo aereo risultava soltanto la presenza di una 'iridescenza (pellicola superficiale di idrocarburi sulla superficie del mare) nelle vicinanze della nave'. A quel punto 'le motovedette giunte sul posto effettuavano una serie di verifiche e campionamenti dai quali non emergeva la presenza degli idrocarburi pesanti in mare segnalati dal personale della nave Alba Marina. Precauzionalmente sul posto venivano inviati un rimorchiatore della società antiinquinamento Castalia, dotato di apparecchiature in grado in caso di necessità di separare ed asportare le componenti oleose dall'acqua marina, due supply vessel, sommozzatori della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto e sommozzatori della stessa società Edison'.
Le ispezioni subacquee effettuate intorno alle strutture della piattaforma e alla nave, 'non hanno rilevato presenza di idrocarburi e al momento proseguono sul fondale marino, con l'impiego di apparecchiature telecomandate'. Durante la giornata ci sono stati sorvoli da parte dell'ATR42 della Guardia Costiera, 'per accertare anche in aree di mare piu' estese, che non vi siano inquinamenti in corso'.
'La società Edison - chiude la Capitaneria - ha disposto sin da subito, con personale specializzato, un'approfondita ispezione tecnica di tutte le strutture di pompaggio ed è stato inviato a bordo della nave cisterna personale specializzato della Guardia Costiera per ulteriori accertamenti'.

 

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Una chiazza di idrocarburi stimata in circa mille litri è stata avvistata dall'equipaggio della nave di stoccaggio Alba Marina, al campo petrolifero Rospo Mare, al largo delle coste tra Abruzzo e Molise.

A darne notizia la Edison che riferisce anche che è scattata la procedura di emergenza e che la produzione è stata subito fermata. Non si hanno notizie della natura della chiazza e né della provenienza. Sul posto stanno operando le squadre del campo Rospo Mare e la Capitaneria. 

L’attività di recupero delle sostanze presenti in acqua è tutt’ora in corso mediante l’impiego di sofisticate apparecchiature “rec-oil” in grado di separare ed asportare le componenti oleose dall’acqua marina.

«Occorre accertare al più presto le cause, individuare i responsabili, verificare il livello delle misure di sicurezza attive sulle piattaforme e sulla nave di appoggio, e valutare infine gli eventuali danni ambientali – dichiara Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo, intervenendo sullo sversamento –. I rischi delle attività di estrazione, stoccaggio e trasporto degli idrocarburi sono sempre più evidenti e devono far riflettere sul tentativo di deriva petrolifera che, fortemente propagandata nella proposta di Strategia Energetica Nazionale, il ministro Passera vuole impartire al Bel Paese».

 L’inquinamento da idrocarburi rappresenta una minaccia quotidiana per l’intero Mediterraneo, attraversato ogni giorno da 2.000 traghetti, 1.500 cargo e 2.000 imbarcazioni commerciali, di cui 300 navi cisterna, che trasportano ogni anno oltre 340 milioni di tonnellate di greggio. Il rischio di inquinamento da idrocarburi si completa, infine, anche con le attività quotidiane illecite come il lavaggio delle cisterne in navigazione.

A tutto ciò occorre aggiungere nello specifico delle coste italiane la presenza di 9 piattaforme e 68 pozzi petroliferi, che estraggono mediamente circa 650.000 tonnellate di greggio l’anno.

«È dunque importante - conclude Angelo Di Matteo - attuare una rete di controlli coordinata, sia su scala locale sia nazionale, che tuteli al massimo il nostro mare, scongiuri incidenti nelle piattaforme operanti, limiti i rischi di incidenti di collisioni e metta fine alle pratiche illecite di lavaggio delle navi cisterne».

 

 

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