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Pubblicato il 08/02/2014 09:09

Caso Lusi, chiesti 7 anni e mezzo per l'ex tesoriere della Margherita

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Una vicenda che, a detta della Procura di Roma, "ha segnato la crisi profonda della seconda Repubblica". Parole pronunciate prima di chiedere una condanna a 7 anni e mezzo di reclusione per l'ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi. Il pm Stefano Pesci, parlando per oltre tre ore, ha ricostruito il caso degli oltre 25 milioni, tutti fondi del partito, drenati, secondo l'accusa, dall'ex tesoriere e utilizzati per acquistare un appartamento in via di Monserrato, nel cuore di Roma, o acquistare e ristrutturare una villa da favola a Genzano, nella zona dei Castelli romani. Associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita: questa l'accusa che i magistrati muovono nei confronti di Lusi e di altre tre persone.

Il pm ha, infatti, sollecitato una condanna a 3 anni per il commercialista Mario Montecchia e a 2 anni e due mesi per il collega Giovanni Sebastio. Il magistrato ha, invece, chiesto l'assoluzione per la segretaria Diana Ferri. La Procura ha chiesto, inoltre, la confisca di beni per oltre 25 milioni di euro. Secondo l'accusa l'ex senatore aveva una sorta di "signoria totale rispetto alla gestione delle spese della Margherita. Solo lui era a conoscenza delle singole operazioni, solo lui aveva il potere di firma, oltre a Rutelli che non se ne e' mai servito". Secondo il pm nella gestione operativa e finanziaria del partito, i politici erano praticamente assenti, cosi' come superficiali e all'acqua di rose erano degli altri organi di controllo, a cominciare dai revisori dei conti".

 E ancora: "Lusi ha sicuramente non rispettato la norma che impone una contabilita' ordinata. Un fiume di denaro entra nella TTT srl, societa' riconducibile al solo Lusi e impiegata per acquistare immobili (l'attico di via Monserrato, a Roma, una villa a Genzano, e l'usufrutto di Villa Elena per conto della nipote, oltre alla ristrutturazione di case a Capistrello) e le quote della Paradiso Immobiliare. Oltre 3,6 milioni vanno nelle tasche della moglie Giovanna Petricone, che ha patteggiato, quasi 2 mln a conoscenti e amici di Lusi".

In merito all'accusa di calunnia nei confronti di Rutelli, contestata al solo Lusi, il pm riferendosi all'atteggiamento tenuto dall'ex senatore, ha affermato che "una cosa e' mentire per difendersi altra cosa e' fare chiamate di correita' false e accusare persone innocenti". Dal canto loro, gli avvocati dell'ex sindaco di Roma e della Margherita, costituiti parte civile in giudizio, hanno sostenuto in aula che "Lusi non merita nessun tipo di perdono avendo disseminato il suo percorso difensivo di accuse gettando fango sui personaggi piu' disparati, accuse che si sono rivelate tutte false"

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