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Pubblicato il 19/02/2013 14:02

Inchiesta Mare Monti, chiesto il rinvio a giudizio per D'Alfonso

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La notizia è riportata dal quotidiano Il Tempo

 Il pm del tribunale di Pescara Gennaro Varone ha chiesto il rinvio a giudizio per Luciano D'Alfonso, all'epoca dei fatti contestati presidente della Provincia, e per gli imprenditori Carlo, Alfonso e Paolo Toto, nell'ambito della vicenda riguardante la realizzazione della S.S. 81 (Mare-Monti). La richiesta e' stata avanzata, questa mattina, nel corso dell'udienza preliminare davanti al gup Gianluca Sarandrea.

Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio anche per altri sette imputati, vale a dire, il progettista della strada Carlo Strassil, arrestato il 19 aprile 2010; l'ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis, responsabile del procedimento (coinvolto nell'inchiesta sulla cricca del G8 della Maddalena); Valeria Olivieri, commissario straordinario; Cesare Ramadori, del cda della Toto; Paolo Lalli, direttore dei lavori; Michele Minenna, dirigente Anas; Angelo Di Ninni, incaricato dalla Provincia di Pescara di valutare l'incidenza ambientale della variante. Il gup ha stabilito che la vicenda e' di competenza del tribunale di Pescara, tranne per gli imputati Roberto Lucetti, funzionario Anas, e Paolo Cuccioletta, consulente. Per Luccetti il procedimento si sposta a L'Aquila, per Cuccioletta a Roma. Gli imputati devo rispondere, a vario titolo, di corruzione, truffa aggravata, falso ideologico, concussione, violazione delle leggi ambientali. Per l'accusa l'appalto sarebbe stato stravolto per renderlo vantaggioso per l'impresa Toto.

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A una settimana dalla sentenza del processo Housework che ha visto l'assoluzione Luciano D'Alfonso, si incrociano nuovamente le strade dell'ex sindaco e del Pm Gennaro Varone. Quest'ultimo, secondo quanto riportato dal quotidiano "Il Tempo",  spera di conoscere oggi l'esito della prima inchiesta aperta nei suoi confronti, la cosiddetta «Mare-monti», l'arteria stradale che avrebbe dovuto collegare l'area Vestina alla costa.

"Il gip - come si legge nell'articolo - a quattro anni dall'inizio della vicenda, dovrebbe finalmente decidere sugli eventuali rinvii a giudizio a meno che non accolga l'eccezione avanzata a ottobre dai difensori dei 13 indagati, che, sollevato il problema della competenza territoriale, hanno chiesto lo spostamento del procedimento a Roma. Con D'Alfonso, nell'inchiesta, sono coinvolti i due imprenditori Carlo e Alfonso Toto per favorire i quali, secondo l'accusa, il bando di gara fu completamente stravolto, il progettista Carlo Strassil, il responsabile del procedimento Fabio De Santis, il commissario straordinario Valeria Olivieri, il membro del Cda della Toto Cesare Ramadori, il direttore dei lavori Paolo Lalli, il dirigente Anas Michele Minenna, il funzionario dell'azienda Roberto Lucetti, il consulente Paolo Cuccioletta e l'incaricato dalla Provincia di Pescara di valutare l'incidenza ambientale della variante Angelo Di Ninni".

I reati contestati agli indagati sono corruzione, truffa aggravata, falso ideologico, concussione e violazione delle leggi ambientali. Quest'ultimo reato non arriverà in sede di giudizio secondo quanto si legge nell'articolo de Il Tempo "sia che De Ninis decida di incardinare il procedimento a Pescara sia che decida per lo spostamento a Roma. Entro fine anno, infatti, per i reati di violazione delle leggi ambientali, sopraggiungerà la prescrizione".

 

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