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Pubblicato il 11/07/2013 09:09

Polveri sottili, effetti drammatici per la salute

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Studio pubblicato su Lancet Oncology. De Sanctis (Wwf): Ancora oggi in Abruzzo i nostri allarmi vengono presi quasi con sufficienza e superficialita'

La prestigiosa rivista scientifica internazionale Lancet Oncology ha pubblicato oggi un rilevante e drammatico studio sugli effetti delle polveri sottili PM10 e PM2,5 sulla salute, in particolare sulla probabilita' di sviluppare un cancro al polmone o un adenocarcinoma. E' la prima volta che viene accertata con tale solidita' la stretta connessione tra polveri sottili e cancro, confermando i risultati di altri studi precedenti meno vasti. Finora si avevano conoscenze precise sugli effetti negativi su asma e malattie cardiovascolari. Per ogni aumento di concentrazione nell'aria di 10 microgrammi/mc delle PM10 il rischio di ammalarsi di cancro al polmone aumenta del 22%. Per l'adenocarcinoma al polmone l'aumento e' ancora maggiore, pari al 55%. Anche le polveri ultrafini PM2,5 comportano un aumento del rischio, pari al 18% ogni 5 microgrammi/mc in piu' nell'aria. Lo studio, inoltre, sottolinea come non vi siano soglie accettabili di concentrazione, visto che l'aumento dei tumori avviene anche con livelli inferiori dei limiti attuali fissati dall'Unione Europea (40 microgrammi/mc per le PM10 e 25 microgrammi/mc per le PM2,5). "Questo studio - dichiara Augusto De Sanctis, del WWF Abruzzo - avra' eccezionali conseguenze sulla consapevolezza degli effetti devastanti dell'inquinamento sulla salute, peraltro gia' evidenti per altre malattie come quelle cardiovascolari. Le fonti energetiche tradizionali basate sulla combustione, come metano, carbone e olio combustibile, comportano costi economici devastanti quando si prendono in considerazione gli effetti sulla salute e le relative spese, oltre ai pesanti effetti sull'ambiente.  Ancora oggi in Abruzzo i nostri allarmi vengono presi quasi con sufficienza e superficialita', quando ormai e' certo che anche qui si muore di inquinamento, visto che per esempio a Pescara e in Valpescara le concentrazioni di PM10 sono state per lungo tempo elevatissime". "I dati che emergono da questo studio - aggiunge Luciano Di Tizio, presidente del WWF Abruzzo - dovrebbero far riflettere profondamente chi sottace o sottovaluta i rischi associati alla realizzazione di centrali e industrie che comportano emissioni di questi inquinanti. Anche la questione della combustione delle biomasse deve essere affrontata con estrema cautela visto che emettono polveri. Da troppi anni gli enti abruzzesi posti a tutela dei cittadini non solo ignorano o sottovalutano gli effetti sulla salute delle autorizzazioni che rilasciano ma addirittura sono inadempienti rispetto al monitoraggio.".

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