Slitta al 28 dicembre la sentenza del processo Ciclone, per le presunte tangenti al Comune di Montesilvano prevista inizialmente per martedì 18. L'intera udienza in quella data sarà infatti riservata all'intervento dell'avvocato Giuliano Milia chiamato a difendere l'ex sindaco Enzo Cantagallo, Lamberto di Pentima, Attilio Vallescura, Gianni Paglione e Maria Chiola, madre dell'ex sindaco (per lei il pm ha già chiesto l'assoluzione).
A tenere banco ieri è stata l'arringa dell'avvocato Sabatino Ciprietti codifensore del dirigente Ronaldo Canale. Cita l'Otello di Shakespeare il difensore, per dimostrare, con una arringa di 4 ore, che l'inchiesta nasce da un «livore» covato da Aurelio Colangelo. «Il procedimento inizia il 15 maggio 2006 - dice Ciprietti - ma è lo stesso Colangelo a dirci, in aula, che i suoi contatti con l'ispettore Franco Nonni (che aveva presentato la richiesta di costruire su un terreno) erano iniziati nell'ottobre del 2005. Il progetto però viene respinto. Questo è l'atto di livore da cui prende il via il processo». Questa ricostruzione suscita la immediata reazione del pm Gennaro Varone. Oltre a Ciprietti, ha parlato anche l'avvocato De Marco, difensore di Vladimiro Lotorio che ha incentrato la sua arringa sulle sentenze favorevoli emesse sul metodo dello scomputo degli oneri concessori.
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