"Gli esperti non sapevano che la riunione della Commissione Grandi rischi fosse un'operazione mediatica, la responsabilita' di informare e' stata invece sempre sotto il controllo di Guido Bertolaso e della Protezione civile". Cosi' il legale difensore di Claudio Eva, Alessandra Stefano, ha addossato a Bertolaso, allora capo dipartimento, la responsabilita' di aver promosso un'operazione mediatica e quindi di aver fornito false rassicurazioni alla popolazione. Lo stesso legale, oltre a Bertolaso - indagato in un filone parallelo che, dopo due richieste di archiviazione del pm respinte dal gip, e' ora sotto la responsabilita' della Corte d'Appello - nella lunga arringa difensiva di oggi, terza udienza del processo d'Appello, ha accusato anche l'allora assessore regionale alla Protezione civile, Daniela Stati, prosciolta nel filone parallelo al processo, ritenuta "inattendibile" e capace di "mentire sapendo di mentire con una coda di paglia stratosferica" quando testimonio' tacendo sulla telefonata con Bertolaso, "mai immaginando, come del resto lui, che la loro telefonata sarebbe stata intercettata e poi inserita nell'inchiesta". Nella telefonata Bertolaso bacchettava Stati a proposito del comunicato della Protezione Civile regionale in cui venivano escluse altre forti scosse, poi sottolineava la necessita' di rassicurare la popolazione convocando all'Aquila la Commissione Grandi rischi per una "operazione mediatica". "Bertolaso aveva interesse a dire che ha fatto tutto la Commissione - ha continuato il legale - ma non si e' mai spogliato della responsabilita' di informare e non ha mai detto agli esperti 'fate voi'". Nel sottolineare che Claudio Eva non ha mai rilasciato interviste, la Stefano ha spiegato anche che "il compito di controllare e smentire i messaggi rassicuranti usciti sui giornali era della Protezione civile, non del professor Eva da Genova. E non so se il Dipartimento avesse interesse a smentire titoli rassicuranti". A proposito dell'ex assessore Stati, il legale ha aggiunto: "Bisogna anche capire il contesto della sua testimonianza in un processo contro esperti accusati di omicidio colposo e lesioni, e quindi era sicuramente terrorizzata di poter essere coinvolta e risente di tante situazioni, tant'e' vero che dopo viene indagata", riferendo cose "strampalate e false".
"C'e' stato un corto circuito mediatico con le dichiarazioni di De Bernardinis prima della riunione inserite in un articolo sul post-riunione". Con questa dichiarazione fatta in udienza l'avvocato dello Stato Massimo Giannuzzi ha attribuito agli organi di informazione le responsabilita' sulla rassicurazione dei cittadini dopo la riunione della Commissione Grandi rischi del 31 marzo 2009. "Non esiste un nesso causale tra l'esito della riunione e il comportamento delle persone perche' la riunione e i suoi contenuti erano privati, non pubblici" ha spiegato il legale dello Stato durante la terza udienza del processo di Appello alla Commissione Grandi Rischi, i cui sette esperti sono stati condannati in primo grado a sei anni di reclusione per aver dato false rassicurazioni alla popolazione al termine della riunione all'Aquila del 31 marzo 2009, cinque giorni prima del terremoto che ha causato la morte di 309 persone e devastato il capoluogo abruzzese.
"Possiamo incolparli solo se accertiamo che gli imputati si fossero resi conto che, parlando in quel modo, i comportamenti della popolazione sarebbero cambiati e le persone, invece di precipitarsi fuori dopo una scossa sarebbero rimaste a casa a causa delle loro indicazioni fuorvianti, modificando la propria condotta". Cosi', in un passaggio della sua arringa difensiva il legale di Giulio Selvaggi (all'epoca direttore del Centro nazionale terremoti), Franco Coppi, al processo d'Appello, all'Aquila, alla commissione Grandi Rischi. "Nella riunione della Grandi rischi - e' un altro passaggio - gli esperti potevano solo dire, e lo ha fatto Boschi, che bisogna costruire bene e sanare situazioni di pericolosita', per quanto lo consenta la nostra disastrata economia. Per il resto, potevano solo consegnare dati alle autorita' che avrebbero dovuto assumere determinazioni". Al termine dell'intervento di Coppi, il presidente del collegio giudicante Fabrizia Francabandera ha aggiornato a venerdi' 24, udienza che dovrebbe vedere (con coda a sabato 25 solo se necessario) il completamento delle arringhe degli avvocati difensori, tranne i due interventi gia' fissati per il venerdi' successivo (31): quelli di Alfredo Biondi ed Enzo Musco.
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